Dedicò la vita al servizio, all’assistenza e alla cura dei pazienti, e la sua scomparsa lasciò un vuoto incolmabile nella comunità. Per questo ieri, giovedì 15 settembre, il Belvedere di Via Nuova a Montecelio è stato intitolato alla memoria del dottor Riccardo Franceschelli, compianto medico di base del Borgo medievale.
Alla cerimonia, tra gli altri, erano presenti la figlia dell’amato medico, il sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo, l’assessore alla Cultura Michela Pauselli, il consigliere comunale di Forza Italia Alfonso Masini, il medico di base Maurizio Pirro, rappresentanti della Pro Loco, il fotografo del Borgo medievale Costantino Giubilei e Pietro Pirro, presidente della cooperativa “Saca” che ha contribuito alla realizzazione e al mantenimento del Belvedere con la donazione di piante, terra e concime.
La scelta di intitolare il Belvedere al dottor Riccardo Franceschelli è stata adottata a giugno dalla giunta comunale del sindaco Michel Barbet che ha fatto propria la proposta firmata dal medico e allievo Maurizio Pirro, da Filippo Greggi e dallo stesso Alfonso Masini, ex dirigente pubblico, storico e docente.
Nato a Montazzoli in provincia di Chieti il 16 aprile 1920, Riccardo Franceschelli si laureò in medicina con 110 e lode all’Università di Napoli e si specializzò in chirurgia generale presso l’Università Alma Mater di Bologna. Dal 1953 si trasferì a Montecelio dove esercitò per diversi decenni la professione di medico, dapprima come medico condotto e poi come libero professionista, con competenza e profonda umanità tali da divenire punto di riferimento per l’assistenza sanitaria di almeno tre generazioni della comunità monticellese.
Il Dottor Franceschelli si prodigava nella sua professione notte e giorno, ben oltre il proprio dovere di medico, per sostenere e curare i suoi assistiti e chiunque avesse bisogno della sua capacità ed esperienza di medico. Un professionista stimato, preparato, che rappresentò un esempio e una guida per i suoi colleghi e operatori sanitari.
La scomparsa del medico, avvenuta a Tivoli nel 1997, ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità monticellese e ancora oggi resta vivo e imperituro il ricordo nella memoria dei suoi concittadini.
Lo testimoniano le parole del collega e allievo Maurizio Pirro. “Il servizio al paziente. L’assistenza. La cura. La disponibilità costante.
La predisposizione all’ascolto. L’assenza del giudizio. In una parola, la radice stessa di questa professione bella e difficile”.