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Si allarga nella Tuscia il fronte di chi propone di rottamare il carrozzone Talete. Anche tra i sindaci – primo tra tutti quello di Ronciglione Mario Mengoni – c’è chi propone di trasformare la spa in una società di diritto pubblico. Il che consentirebbe di accedere a forme di sostegno regionali a carico della fiscalità generale.
Una proposta già avanzata in consiglio comunale da Luisa Ciambella, la quale indica anche la direzione da intraprendere per evitare ai cittadini viterbesi di pagare a caro prezzo il combinato disposto tra inefficienze gestionali (di Talete) e debolezza dell’Ato viterbese: la tariffa unica regionale.
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Ciambella chiama in causa sia l’attuale management di Talete che il partito trasversale che l’ha espresso: “Quello che è successo nell’ultima consulta d’ambito è una follia: si è deciso di opporsi al ricorso legittimo presentato da 5 Comuni contro una privatizzazione che, come dimostra l’esempio di Frosinone, porterà al quintuplicarsi delle tariffe. Quando invece servirebbero un piano di ristrutturazione e un’azione seria di risanamento gestionale: dal personale alla bollettazione, passando per la cessione del servizio da parte dei comuni commissariati”.
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L’ex vicesindaca punta poi il dito sulla mancata uniformità delle tariffe: “Da anni assistiamo a una discriminazione tra i cittadini dei comuni che stanno in Talete e quelli dei comuni che ne sono fuori. Non si capisce perché le varie assemblee non abbiano ancora deliberato in tal senso, mantenendo tale discriminazione”. La soluzione proposta è duplice: da un lato la trasformazione di Talete in una società di diritto pubblico, come suggerito anche dal sindaco di Ronciglione; dall’altro, appunto, la tariffa unica regionale.
ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DEL 15 OTTOBRE (Edicola digitale)
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