ROMA – Contro tutto e contro tutti, contro lo Sturm e contro un arbitro tedesco impresentabile, tale Stegemann, la Lazio è riuscita a restare in piedi e a non perdere pur giocando un tempo in dieci. Una vera impresa, considerando il valore (anche tattico) degli avversari, le condizioni del campo e, appunto, l’atteggiamento del direttore di gara: il passaggio al turno successivo è ancora nelle mani dei biancocelesti, è chiaro che tutto dipenderà dalle ultime due giornate in cui le squadre del girone si presenteranno con 5 punti a testa. Proprio grazie al contemporaneo pareggio tra Feyenoord e Midtjylland, sempre per 2-2, la Lazio ha ancora ampie possibilità di arrivare al primo posto o, nella peggiore delle ipotesi, di affrontare successivamente, con l’eventuale secondo posto, lo spareggio per restare in Europa League. Ovviamente sarebbe stato tutto più facile con una vittoria contro lo Sturm, ma pochi attimi dopo aver sbloccato la partita con il gol numero 21 di Immobile in Coppa – battuto lo storico record di Simone Inzaghi – è arrivato il secondo cartellino per Lazzari: una sanzione ridicola, come la gestione di Stegemann, che in precedenza non aveva neanche estratto il giallo davanti ad un austriaco che aveva trattenuto per la maglia lo stesso difensore biancoceleste lanciato in contropiede. Ridotta in dieci, la Lazio ha cercato di riorganizzarsi con l’ingresso di Marusic al posto di Zaccagni. Ovvio che per gli uomini di Sarri, in fase difensiva, è diventato tutto più difficile. L’errore di Cataldi in uscita ha provocato il primo gol di Boving, diciannovenne attaccante danese di cui sentiremo parlare, e a quel punto il tecnico ha capovolto la squadra inserendo Vecino, Felipe e Milinkovic al posto del mediano, di Luis Alberto e di Basic, ancora una volta poco convincente dall’inizio. La qualità della Lazio è salita a livelli altissimi grazie a un Sergej sontuoso, che ha distribuito palle gol e giocate impensabili: l’ultima, di testa, poteva consentire a Felipe di segnare il gol di un clamoroso 3-2, ma il controllo non è stato perfetto. La Lazio era tornata in vantaggio con una prodezza di Pedro, indemoniato anche nella fase difensiva, ma si era fatta riprendere ancora da Boving, libero di tirare nell’angolo che aveva mirato. 2-2, ma la sostanza non cambia: la Lazio è una squadra.
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