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Il Papa: “Rispolveriamo le giaculatorie: sono i nostri sms a Dio. E lui risponde sempre”

Il monito del Pontefice all’Angelus: “Il rimedio per riscaldare una fede intiepidita è la preghiera. Ma deve essere costante”. Quindi l’invito a riscoprire le giugulatorie: “Il nome è un po’ desueto, ma la sostanza è buona”

Città del Vaticano – Nell’odierna pagina del Vangelo, Gesù invita i suoi discepoli a “pregare sempre, senza stancarsi mai”. Si potrebbe obiettare: “Ma io come faccio? Non vivo in un convento, non ho molto tempo per pregare!”. Da piazza San Pietro, gremita da 20mila fedeli per l’Angelus, Papa Francesco regala un consiglio a tutti i credenti: “Può venire in aiuto a questa difficoltà una pratica spirituale sapiente, che si è oggi un po’ dimenticata, che i nostri anziani, soprattutto le nonne, conoscono bene: quella delle cosiddette giaculatorie. Il nome è un po’ desueto, ma la sostanza è buona”.

Di che cosa si tratta? “Di brevissime preghiere, facili da memorizzare, che possiamo ripetere spesso durante la giornata, nel corso delle varie attività, per restare ‘sintonizzati’ con il Signore”. E il Santo Padre ne elenca qualcuna: “Appena svegliati possiamo dire: ‘Signore, ti ringrazio e ti offro questa giornata’: questa è una piccola preghiera; poi, prima di un’attività, possiamo ripetere: ‘Vieni, Spirito Santo’; e tra una cosa e l’altra pregare così: ‘Gesù, confido in te, Gesù, ti amo’. Piccole preghierine ma che ci mantengono in contatto con il Signore”. E ammonisce: “Quante volte mandiamo ‘messaggini’ alle persone a cui vogliamo bene! Facciamolo anche con il Signore, perché il cuore rimanga connesso a Lui. E non dimentichiamo di leggere le sue risposte. Il Signore risponde, sempre. Dove le troviamo? Nel Vangelo, da tenere sempre sotto mano e da aprire ogni giorno alcune volte, per ricevere una Parola di vita diretta a noi”.

“Noi, spesso, ci concentriamo su tante cose urgenti ma non necessarie, ci occupiamo e ci preoccupiamo di molte realtà secondarie; e magari, senza accorgerci, trascuriamo quello che più conta e lasciamo che il nostro amore per Dio si vada raffreddando, si raffreddi poco a poco”, prosegue il Papa, che ribadisce: “Il rimedio per riscaldare una fede intiepidita è la preghiera”. Bergoglio la definisce “la medicina della fede, il ricostituente dell’anima. Bisogna, però, che sia una preghiera costante. Se dobbiamo seguire una cura per stare meglio, è importante osservarla bene, assumere i farmaci nei modi e nei tempi dovuti, con costanza e regolarità”.

“Pensiamo a una pianta che teniamo in casa: dobbiamo nutrirla con costanza ogni giorno, non possiamo inzupparla e poi lasciarla senz’acqua per settimane! A maggior ragione per la preghiera: non si può vivere solo di momenti forti o di incontri intensi ogni tanto per poi ‘entrare in letargo’ – il monito del Santo Padre -. La nostra fede si seccherà. C’è bisogno dell’acqua quotidiana della preghiera, c’è bisogno di un tempo dedicato a Dio, in modo che Lui possa entrare nel nostro tempo, nella nostra storia; di momenti costanti in cui gli apriamo il cuore, così che Egli possa riversare in noi ogni giorno amore, pace, gioia, forza, speranza; nutrire, cioè, la nostra fede”.

Dopo la benedizione, il Papa annuncia una “modifica” al percorso sinodale iniziato il 10 ottobre dell’anno scorso: “Da allora si sta svolgendo nelle Chiese particolari la prima fase del Sinodo, con l’ascolto e il discernimento. I frutti del processo sinodale avviato sono molti, ma perché giungano a piena maturazione è necessario non avere fretta. Pertanto, allo scopo di disporre di un tempo di discernimento più disteso, ho stabilito che questa Assemblea sinodale si svolgerà in due sessioni (leggi qui). La prima dal 4 al 29 ottobre 2023 e la seconda nell’ottobre del 2024. Confido che questa decisione possa favorire la comprensione della sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa, e aiutare tutti a viverla in un cammino di fratelli e sorelle che testimoniano la gioia del Vangelo”.

Ricorda poi che martedì prossimo, 18 ottobre, la Fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” promuove l’iniziativa “Un milione di bambini recita il Rosario per la pace nel mondo” (leggi qui): “Grazie a tutti i bambini e le bambine che partecipano! Ci uniamo a loro e affidiamo all’intercessione della Madonna il martoriato popolo ucraino e le altre popolazioni che soffrono per la guerra e ogni forma di violenza e di miseria”, le parole del Santo Padre, che aggiunge: “A questo proposito della miseria, domani ricorre la Giornata Mondiale del Rifiuto della Miseria: ognuno può dare una mano per una società dove nessuno si senta escluso perché indigente”.

Infine, l’immancabile saluto: “Auguro a tutti una buona domenica. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

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