Telecamere fisse sul regista. Sempre in primo piano, titolare ogni volta che è stato a disposizione. Danilo Cataldi si gode il presente, la Lazio comincia a riflettere sul futuro: il suo contratto scade nel 2024, non manca poi troppo. Al pourparler preliminare dovrebbero seguire a breve i colloqui ufficiali per il prolungamento. La sosta per il Mondiale in Qatar può essere la finestra giusta da sfruttare per sedersi a tavolino e allungare l’accordo. Ora meglio pensare solo al campo, nel pieno del tour de force che precederà la lunga pausa della Serie A. Cresciuto nel vivaio biancoceleste, ha stretto i denti in prestito (Crotone in primis, poi Genoa e Benevento), è riuscito a imporsi col tempo grazie al carattere e alla specializzazione in un ruolo diverso da quello sempre sentito maggiormente suo. La nuova collocazione, grazie al “master” svolto agli ordini di Sarri, ha schiarito l’orizzonte dandogli la possibilità di esprimersi con continuità.
Spazio
Protagonista in un centrocampo dove regnano l’abbondanza e calciatori con caratteristiche differenti. Il classe 1994 si è trasformato nell’equilibratore in grado di far convivere le mezzali, in attesa che anche Marcos Antonio – acquistato in estate dallo Shakhtar Donetsk – migliori dal punto di vista tattico. Le premesse ci sono, ma il campionato italiano è tutto un’altra storia. Cataldi è diventato il punto di riferimento, la garanzia in regia: ha totalizzato 897 minuti (590 in campionato e 307 in Europa League), scelto 12 volte su 12 dall’inizio, le uniche esclusioni sono arrivate contro il Verona (squalificato) e la Fiorentina (a causa di problemi gastrointestinali). Per il resto non ci sono mai stati dubbi sul suo impiego e sulle gerarchie in quella posizione di campo, una delle più delicate in assoluto.
Volontà
Sarri in conferenza stampa aveva affrontato l’argomento: «Il regista è anche una questione di abitudine, la capacità di leggere le situazioni migliora con il numero di partite». Cataldi sente la piena fiducia del tecnico, una sensazione non sempre provata con Inzaghi in panchina. Ha alzato il ritmo delle prestazioni, adesso spera che si trovi un’intesa per il prolungamento. I rapporti con il club sono ottimi, ha passato la maggior parte della vita dentro Formello, le volontà reciproche vanno nella stessa direzione. Si punta a posticipare il termine dell’attuale contratto almeno al 2026 (ci arriverebbe a 32 anni). Finora non c’è stata una vera e propria trattativa, la testa è focalizzata ai prossimi incontri (in Italia e in Europa), quelli tra la Lazio e il suo entourage potrebbero concretizzarsi a bocce ferme da metà novembre in poi.
Crescita
L’ultimo rinnovo risale al 2019, mancavano soli 12 mesi alla vecchia scadenza fissata al 2020. Cataldi firmò per 4 anni in più, li ha sfruttati per scalare gradualmente le preferenze dell’allenatore. Nella scorsa stagione, la prima con Sarri al comando, aveva sgomitato con il compagno e amico Leiva per infilarsi la maglia, ritrovando alla fine pure quella della Nazionale. Inserito nel giro delle chiamate dal ct Mancini. Il percorso alla Lazio è proseguito in crescendo, ora è lui l’esperto in regia. Telecamere fisse. Presto saranno puntate anche sul contratto.
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