
La nomina di Vittorio Sgarbi a sottosegretario per la cultura non modificherà di un millimetro l’atteggiamento di FdI e Lega nei confronti dell’amministrazione comunale. Opposizione senza sconti, insomma, esattamente come è dall’insediamento della giunta Frontini. Così trapela dai due maggiori partiti del centrodestra locale, per nulla intenzionati a correggere il tiro dopo l’ingresso dell’assessore alla bellezza nel Governo Meloni.
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La stessa cosa non accadrà però in Provincia, dove entrambe le forze politiche, pur collocandosi formalmente fuori dall’accordo Pd-FI, continueranno a non disturbare il presidente Alessandro Romoli. Una decisione apparentemente strana, politicamente poco o per nulla coerente con i nuovi equilibri che si sono delineati grazie al ricompattamento del centrodestra nazionale attorno a Giorgia Meloni e destinati a essere replicati alle prossime regionali. Il motivo va ricercato in un patto (non scritto) con la Regione. Ovvero, in un’intesa con il Pd viterbese volto a partecipare, tramite Palazzo Gentili, alle decisioni che da qui ai prossimi mesi andranno prese sulla gestione dei fondi del Pnrr. Soldi, tanti, che arriveranno al territorio e ai quali le amministrazioni locali governate da FdI e Lega, avallate ovviamente dai vertici provinciali, non intendono rinunciare.
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Dunque, tutta una questione per niente politica e invece di opportunità (o opportunismo) quella che sta dietro al differente trattamento riservato al Comune capoluogo e alla Provincia. Si tratterebbe di una situazione destinata a protrarsi almeno altri tre mesi, fino a quando non sarà eletta la nuova giunta regionale, che, se saranno confermate le indicazioni uscite dalle urne con le elezioni nazionali, dovrebbe ovviamente essere di centrodestra.
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E dopo? L’idea del centrodestra viterbese, secondo indiscrezioni, sarebbe quella di gestire i successivi sette/otto mesi ancora senza toccare nulla a Palazzo Gentili (cioè senza mettere in difficoltà Romoli) per arrivare così all’autunno del 2023, quando si voterà per il rinnovo del Consiglio, all’interno del quale, stanti i numeri che saranno espressi dai 60 Comuni, sembra destinato a calare in maniera consistente il peso del Partito democratico, che potrebbe ritrovarsi solo con tre rappresentanti.
ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DEL 5 NOVEMBRE (Edicola digitale)