Si è svolta oggi l’udienza davanti ai giudici costituzionali, alla luce del nuovo decreto legge sull’ergastolo ostativo. Gli avvocati che hanno sollevato la questione hanno chiesto che la Corte dichiari comunque l’incostituzionalità, l’Avvocatura dello Stato che restituisca le carte al giudice ordinario
L’ergastolo ostativo è tornato davanti alla Corte costituzionale. Si è svolta oggi l’udienza per il procedimento che aveva sollevato la questione di costituzionalità, dopo i due rinvii concessi inutilmente affinché il legislatore adeguasse l’articolo 4bis dell’ordinamento penitenziario.
Nel procedimento, tuttavia, si è inserito il decreto legge approvato il 31 ottobre, che ha approvato la riforma dell’ergastolo ostativo e che verrà convertito in legge entro 60 giorni. Ora, però, spetta alla Consulta esprimersi: restituendo gli atti al giudice ordinario perchè valuti la questione alla luce del decreto; rinviando di nuovo oppure trasferendo la questione di costituzionalità sul nuovo testo.
Davanti ai giudici costituzionali sono intervenuti l’avvocato difensore del detenuto sul cui caso è stata sollevata dalla Cassazione la questione di costituzionalità e l’avvocatura dello stato.
Le richieste
«La funzione rieducativa della pena deve valere per tutti i detenuti. Questo decreto legge sancisce la morte del diritto alla speranza», ha detto l’avvocata Giovanna Beatrice Araniti, riferendosi al decreto legge, e per questo ha chiesto che i giudici emettano «una sentenza di illegittimità costituzionale che rappresenti il germoglio di un nuovo umanesimo. Il principio della finzione riabilitazione della pena deve valere per tutto». Secondo la difesa, infatti, la questione sollevata dalla corte di Cassazione alla Consulta rimane, dunque la questione andrebbe trasferita sul nuovo decreto.
L’avvocatura dello Stato, rappresentata da Ettore Figliolia, invece, ha definito «legittime» le nuove norme contenute nel decreto, definendo il legislatore governativo «pedissequo rispetto a ciò che ha stabilito la Corte costituzionale con la sua ordinanza del 2021».
Per questo, la richiesta formulata è stata quella di restituire gli atti del procedimento alla Cassazione, perchè valuti eventualmente se ritenere che la questione di costituzionalità permanga e quindi vada di nuovo sottoposta alla Consulta. Ettore Figliolia, tuttavia, ha auspicato che «la Corte proceda ad una rivalutazione complessiva del testo del decreto legge».
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