Una nota di poche righe del ministero della Salute sembra aver innescato una inquietante macchina del tempo. Tamponi obbligatori in aeroporto per chi arriva dalla Cina, sorveglianza ed eventuale isolamento. L’allerta sulla situazione in Cina – ospedali in affanno, altissima circolazione del virus, vaccinazioni con composti che hanno una efficacia considerevolmente inferiore a quelli a Rna messaggero, l’abbandono improvviso della strategia zero Covid – ha scatenato le prime reazioni nel mondo. Anche a causa dell’assoluta mancanza di trasparenza di dati su contagi e decessi. A tre giorni dall’anniversario della comunicazione ufficiale all’Oms che un nuovo agente patogeno provocava polmoniti fatali sembra quasi di essere tornati indietro di tre anni. A tutto questo si aggiungono i primi dati preliminari dei tamponi volontari effettuati a Malpensa a partire dal 26 dicembre: quasi la metà hanno dato esito positivo. Ed è per questo che i risultati del sequenziamento sono attesissimi. “I cinesi sono vaccinati poco e male e sono un serbatoio in cui il virus può circolare, se dai sequenziamenti dovesse emergere qualcosa di strano o diverso il problema si potrebbe ripresentare” dice Massimo Clementi, virologo, professore emerito dell’Università Vita-Salute dell’Università San Raffaele di Milano, direttore per anni del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ateneo.
Il ministro Schillaci ha appena firmato un’ordinanza per ordinare i tamponi obbligatori per chi arriva in Italia dalla Cina
Mi sembra doveroso. Si fatica a comprendere le notizie che arrivano dalla Cina e su quali basi siano state prese le ultime decisioni che sembrano schizofreniche. Prima la scelta della strategia Covid Zero con i lockdown anche in presenza di pochi casi di positività, poi questa apertura totale e improvvisa a causa dei danni all’economia. Si stenta a capire il razionale di queste decisioni, ma aggiungiamo che c’è opacità sul numero reale dei casi diagnosticati, presumibilmente altissimo, su quello che si vede chi è arrivato negli ultimi giorni a Malpensa.
Ma cosa sta succedendo in Cina dal punto di visto virologico?
Quello che è successo da noi nei mesi scorsi. Il virus non era circolato con la variante Omicron in Cina e ora sta circolando in una popolazione vaccinata poco e male perché hanno sviluppato vaccini di vecchia generazione (a virus depotenziato, ndr) inefficaci. Quindi il virus ha un grandissimo serbatoio di soggetti recettivi all’infezione. È molto opportuno quello che il ministro ha deciso perché questo ci consentirà di capire che tipo di virus sta circolando. Se si tratta di Omicron nelle sue diverse declinazioni allora amen, non ci creerà grossi problemi. Se viene fuori qualcosa di strano o diverso allora sì che il problema si riaprirà. E si riaprirà anche il quesito sul perché l’Organizzazione mondiale della sanità ha gestito così la pandemia Che organizzazione è se non riesce a controllare quella parte del continente asiatico?
È un commento molto duro il suo, professore
Secondo me dovrebbe dimettersi quel signore che ogni tanto compare in conferenza stampa (il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus, ndr). L’Oms ha fallito sul controllo della Cina prima dell’inizio della pandemia, durante e ora. Non è arrivata nessuna informazione e neanche nessuna spiegazione dalla Cina. E ora in questa fase in cui sono state prese queste decisioni, c’è stato una sorta di buco enorme. Non è il lavoro che una organizzazione del genere dovrebbe fare.
Fino a questo momento – tranne per Delta – il virus è mutato diventando più contagioso ma non più aggressivo. Cosa possiamo aspettarci?
Secondo me è questa la strada che il virus ha intrapreso e difficilmente potrà tornare indietro. C’è però sempre una possibilità che quando il virus circola parecchio e replica tantissimo che in qualche modo muti come non deve. Finora da noi non è accaduto nell’arco di un anno e poco più e non vedo perché dovrebbe accadere in Cina: non sono diversi da noi geneticamente. Non mi aspetto una nuova variante che crea problemi. Facciamo molto bene a studiare e sequenziare, tenere tutto sotto controllo.
Tra tre giorni, il 31 dicembre, ricorre l’anniversario della prima comunicazione ufficiale della Cina al mondo. E abbiamo di nuovo paura
Noi non dobbiamo spaventarci solo per il Covid. Noi abbiamo un’altra responsabilità e cioè quella di tenere sotto controllo quello che avviene nell’interfaccia uomo animale e ambiente. Questo motivo mi fa essere abbastanza preoccupato con un organismo come l’Oms: a questo punto o non serve o va rifondato. Come quei partiti che hanno perso tutte le elezioni. Non svolge il suo compito e invece abbiamo bisogno di un organismo che sorvegli bene il mondo dal punto di vista sanitario.
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