Redazione 21 gennaio 2023 08:51
Quasi venti anni complessivi di carcere. E’ quanto ha chiesto il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Luigia Spinelli nel processo ‘Status quo’ in corso a Roma a carico di alcuni componenti del clan Travali.
Davanti al gup del Tribunale di Roma Angela Gerardi dove è in corso il processo con rito abbreviato il rappresentante dell’accusa ha formulato, a conclusione di una requisitoria nella quale ha ricostruito i passaggi dell’inchiesta, le sue richieste di condanna: 6 anni e 8 mesi per Angeli Travali; 8 anni e sei mesi per la sorella Valentina, 6 anni per Mohammed Jandoubi; 6 anni e 8 mesi per Gianluca Campoli; 5 anni per Guerrino Di Silvio. Devono rispondere a vario titolo di traffico di sostanze stupefacenti, lesioni personali e tentata estorsione, il tutto aggravato dal metodo mafioso
L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Comando provinciale, aveva ricostruito una serie di eventi a partire dalla gambizzazione di Marco Urbani avvenuta nell’agosto 2014 davanti alla sua tabaccheria di via dei Mille, fatto del quale sono chiamati a rispondere Angelo Travali quale mandante e Mohamed Jandoubi quale esecutore materiale. L’altro filone dell’inchiesta riguarda l’esistenza di un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti impostasi con forza a Latina dopo l’arresto degli esponenti del clan Di Silvio.
Nel processo si sono costituiti parte civile il Comune di Latina e l’associazione ‘Caponnetto’.
Le prossime udienze sono state fissate per il 2 e 23 febbraio prossimi quando parleranno gli avvocati difensori: Alessia Vita, Gaetano Marino, Marco Nardecchia e Giancarlo Vitelli.

