Continuare a vaccinarsi contro Covid-19 rimane la strategia più efficace per proteggersi dal rischio di sviluppare una forma grave della malattia. Questo vale sia per i soggetti a rischio che per le persone che non rientrano nella categoria dei fragili. «Bisogna ricordarsi che dopo quattro o sei mesi da un’infezione, anche se vaccinati con tre dosi, fare una quarta dose garantisce il recupero dell’immunità», spiega a Sanità Informazione Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano. In questo caso, effettuare un richiamo della vaccinazione anti-Covid equivale a fornire al nostro sistema immunitario una sorta di promemoria su come contrastare il virus Sars-CoV-2.
Quarta dose necessaria per migliorare la risposta del sistema immunitario
Gli studi hanno dimostrato che le risposte delle cellule T alla variante Omicron sono conservate nella maggior parte degli individui precedentemente infettati o vaccinati e che un ulteriore vaccino di richiamo può migliorare ulteriormente le risposte delle cellule T contro il virus. Recentemente, studi in vitro hanno dimostrato che una quarta dose di vaccino Covid-19 può aumentare l’immunità, anche se si ipotizza che duri un po’ meno rispetto alla terza dose. Inoltre, per il secondo richiamo è possibile accedere a uno dei due vaccini aggiornati disponibili contro la variante Omicron che oggi, con tutte le sue sottovarianti, continua a essere la prevalente in Italia e nel mondo.
La copertura con il secondo booster in Italia è ferma al 31%
Nonostante la comunità scientifica concordi sull’efficacia e la sicurezza della quarta dose, in Italia ci sono ancora molte persone che non l’hanno fatta. In realtà, nel nostro paese, al 2 marzo, sono 8,63 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Mentre, secondo l’ultimo aggiornamento della Fondazione Gimbe sono 8,52 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la terza dose. In relazione al secondo booster, invece, la platea è di 19,1 milioni di persone. Di queste, 12,1 milioni possono riceverlo subito, un milione di persone non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 6 milioni l’hanno già ricevuto. In base alla platea ufficiale, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è fermo al 31,2% con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 45% del Piemonte.
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