È stato un derby incandescente, in campo e negli spogliatoi. Dopo gli scontri in partita, con le espulsioni dei collaboratori tecnici Ianni e Nuno Santos più quelle di Marusic e Cristante al fischio di chiusura, il duello è proseguito negli spogliatoi. Ci sono stati momenti di forte tensione. Quando sono passati i giocatori della Lazio davanti allo spogliatoio della Roma, deviando dal percorso che fanno normalmente, alcuni giocatori giallorossi l’hanno vista come una provocazione ed è successo di tutto. Al passaggio di Romagnoli, Mancini è uscito dallo spogliatoio ancora senza indumenti. Era furioso, raccontano che aveva detto di voler bloccare la porta degli spogliatoi della Lazio. Tra i due ci sono stati scambi di parole pesanti. Non è finita lì. Quando è passato Luis Alberto la tensione è salita ancora di più. Il giocatore della Lazio è quasi entrato in rotta di collisione con Foti, vice di Mourinho, sono stati divisi in tempo. Spinte, urla. Sono intervenute anche altre persone dello staff di Mourinho: Rapetti e Cerra, espulso domenica scorsa contro il Sassuolo. Nel parapiglia è rimasto coinvolto anche il segretario generale della Lazio, Armando Calveri.
Lotito-Mou
In quegli attimi convulsi Mourinho è uscito dallo spogliatoio e fissando il presidente Lotito a brutto muso gli ha detto: «Che ti guardi, non puoi guardare». Immediata la risposta di Lotito: «Che guardi te, io sono il presidente della Lazio. Tu chi sei? Sei anche squalificato, qui non ci potresti stare». Anche Tiago Pinto ha preso parte alla discussione e ha difeso l’allenatore. La scorta, che accompagnava il senatore Lotito, stava per intervenire. La Procura Federale era presente, ha visto tutto (e durante la partita avrebbe anche annotato dei cori antisemiti partiti dalla Curva Nord). Secondo la versione della Roma, essendo finita la squalifica, Mourinho era potuto entrare negli spogliatoi, una volta passato un po’ di tempo. Si dice inoltre che era stato autorizzato dal commissario di campo. Mourinho aveva commentato brevemente la sconfitta con i suoi giocatori, erano tutti in partenza per raggiungere le nazionali. Luis Alberto, nel giro delle interviste, ha espresso giudizi duri nei confronti della Roma: «Siete venuti qui solo a parlare. Loro hanno parlato prima, poi hanno perso e alla fine si sono sentiti fregati (il termine era un altro, ndr). Non hanno giocato, sono venuti solo a parlare e provocare. A loro piace lo spettacolo che fanno in panchina e che hanno fatto dopo. Abbiamo vinto e conta solo questo. Quando si parla prima di una partita e poi si perde bisogna stare zitti». Il nervosismo rischia di condizionare la stagione della Roma. Ieri è stato espulso il secondo giocatore in due partite, cacciato anche Nuno Santos, il collaboratore di Mourinho, come era accaduto a Cerra. Sono dieci i cartellini rossi ai giocatori da quando c’è Mourinho (record in A).
Corrida
Il derby s’era infuocato in partita. Minuto 42 del primo tempo. Romagnoli era caduto a terra dopo un contrasto aereo con Belotti. La partita era proseguita. Il pallone ce l’aveva Pedro davanti alla panchina della Roma. I giocatori giallorossi erano fermi per favorire il soccorso. Pedro aveva esitato un po’ prima di mettere il pallone fuori. Nuno Santos gli si era fatto incontro per dirgli qualcosa. Pedro aveva reagito con un sorrisetto. La panchina della Roma s’era scaldata scatenando la reazione della panchina della Lazio, arrivata in massa fino all’area tecnica giallorossa. E’ qui che Ianni e Nuno Santos sono stati espulsi. In campo era piombato anche il diesse Tare. A fine partita un’altra rissa. Tutti contro tutti a centrocampo, panchine comprese. Marusic aveva esultato sotto la Tevere incrociando lo sguardo dei giocatori della Roma. Cristante, infuriato, aveva cercato il contatto con il montenegrino. Luca Pellegrini era intervenuto per placare Cristante, che aveva reagito quasi con una testata. Mancini intanto aveva messo una mano in faccia a Marusic. Divisi i gruppi, era intervenuto l’arbitro Massa: rosso per Marusic e Cristante. E’ sempre il derby la partita con più cartellini rossi nell’era dei tre punti. Trentasei espulsioni in 58 incontri-scontri.
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