Verrà presentato oggi al Consiglio dei Ministri il decreto con le nuove misure che dovrebbero dare un po’ di respiro alla sanità italiana. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in accordo con il collega dell’Economia, ha messo insieme un pacchetto di riforme che potrebbe essere approvato oggi stesso dal Governo. Tra le novità contenute nel decreto sono previsti incentivi agli operatori sanitari che lavorano nei reparti di urgenza/emergenza, limiti al ricorso ai medici «gettonisti», maggiore flessibilità per l’arruolamento dei medici specializzandi e dei camici bianchi stranieri e per stabilizzare chi, anche senza una specializzazione, ha maturato esperienza sul campo. Inoltre, nel pacchetto con le nuove misure dovrebbe trovare spazio anche un nuovo «compromesso» sul payback, la norma fortemente contestata dai fornitori di dispositivi medici.
Nel decreto stipendi più alti in Pronto soccorso e un aumento dell’indennità specifica
Secondo il decreto, i camici bianchi che lavorano nei Pronto soccorso avranno diritto a un aumento di stipendio. Verrà inoltre incrementato il compenso per gli straordinari: un’ora di lavoro aggiuntivo sarà pagata 100 euro, invece degli attuali 60. Sarà inoltre anticipato l’aumento dell’indennità specifica prevista per i medici in prima linea: doveva scattare dal 2024, invece partirà già dal prossimo giugno. Un aumento dell’indennità specifica è prevista anche per gli infermieri attivi nei reparti di emergenza. Sempre per quest’ultimi professionisti è prevista l’abolizione al vincolo di esclusività previsto dalla legge Bindi. Oltre che per i Pronto soccorso, il decreto dovrebbe introdurre incentivi anche per chi presta in altri servizi considerati disagiati e usuranti.
Pene più severe per chi aggredisce il personale sanitario
Sono confermate, inoltre, le misure rivolte a tutelare i professionisti sanitari dalle aggressioni, sempre più numerose nei reparti d’urgenza. A loro difesa, viene introdotta un’aggravante specifica nel codice penale, a carico di chi commette violenze o minacce ai danni del personale sanitario. Saranno anche creati presidi di polizia: secondo quanto ha annunciato il ministro dell’Interno Piantedosi, gli agenti arriveranno in quasi 200 ospedali italiani.
Il nuovo decreto prevede nuove stabilizzazione degli specializzandi e dei medici stranieri
Nel decreto del ministro della Salute è prevista anche un’estensione del ricorso e delle stabilizzazioni dei giovani laureati in medicina che stanno affrontando il loro periodo di formazione specialistica. Potranno essere inseriti nei Pronto soccorso prestando servizio nelle 8 ore di lavoro settimanale. Le aziende sanitarie, inoltre, potranno stabilizzare quei medici che non hanno una specializzazione, ma che già hanno lavorato nei reparti d’emergenza. In deroga alle regole sul riconoscimento delle qualifiche professionali ottenute all’estero, nelle strutture sanitarie pubbliche potranno lavorare anche i medici stranieri, sia comunitari che provenienti da Paesi extra Unione europea.
Limiti al ricorso ai medici gettonisti, tetti orari e rispetto delle competenze
Il decreto introduce specifici limiti al ricorso ai cosiddetti medici gettonisti, professionisti a cui gli ospedali ricorrono sempre più spesso per sopperire alla carenza di personale. Sono quindi stati fissati tetti al numero di professionisti esterni e alla durata del loro servizio. Inoltre, ci sarà un tetto anche alla loro età. In questo modo il ministro Schillaci vuole mettere i paletti al ricorso a medici ultrasettantenni. Infine, il decreto di Schillaci stabilisce che il ricorso a professionisti esterni deve essere rispettoso delle singole qualifiche e competente. Quello che si vuole evitare è che un medico a gettone specializzati in dermatologia venga impiegato in cardiologia o che a un ortopedico venga richiesto di eseguire prestazioni da «pneumologo».
Il Governo si fa carico di un pezzo dei costi del payback
Il nuovo decreto dovrebbe finalmente mettere fine alla spinosa questione relativa al payback. Sarebbe infatti stato stanziato 1 miliardo di euro per limitare l’impatto dei 2,2 miliardi di euro previsti a carico delle imprese che da mesi stanno protestando contro una norma che ritengono ingiusta. La scadenza per le aziende del settore biomedicale per saldare il pregresso è stata fissata al 30 aprile con il decreto Milleproroghe.
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