La Campania è la regione più giovane, la Liguria quella con più anziani, in tutte comunque c’è una costante: la popolazione invecchia e necessita di maggiori servizi, in particolare sul territorio. A fare un identikit della situazione demografica italiana per Sanità Informazione è PrivatAssistenza, la più grande rete di assistenza domiciliare per la popolazione anziana. Fondata nel 1993, quest’anno spegne 30 candeline con la consapevolezza di dover crescere ancora per far fronte al fabbisogno di una società che tende ad avere una decrescita demografica, con un rapporto tra giovani ed anziani che sarà di 1 a 3 nel 2050. Quindi, nei prossimi anni, sarà necessaria sempre più un’assistenza territoriale rivolta alla popolazione anziana.
Anziani più longevi richiedono più servizi
Con 200 centri presenti in tutte le regioni italiane PrivatAssistenza rappresenta la prima alternativa al Servizio Sanitario Nazionale in tema di assistenza domiciliare per anziani e ha avuto modo di assistere ad una evoluzione dei bisogni della terza età. «L’anziano oggi sta meglio e vive più a lungo. Da oltre dieci anni la popolazione tende ad invecchiare di più e quindi necessita di una serie di servizi per la cura della persona anziana – spiega Marco Caffagni, responsabile della rete PrivatAssistenza –. Questo, tradotto in numeri, significa che se in passato l’età media di sopravvivenza per l’uomo era di 75 anni oggi è di 85, mentre il bisogno di assistenza è rimasto invariato. È cresciuta dunque la richiesta di OSS (operatori socio sanitari), di fisioterapisti, di terapisti occupazionali, ma anche di un’assistenza non qualificata perché sono cambiate le famiglie e oggi sono richieste più badanti per compagnia e supporto domestico». Un settore, dunque, in espansione che ha però nel pubblico una copertura non sufficiente, in particolare a domicilio.
Una rete di cooperative sopperisce alle lacune del pubblico
Questo ha fatto sì che una rete di cooperative presenti in oltre 2000 comuni italiani, che rappresentano PrivatAssistenza, potessero colmare il gap e dare una risposta qualificata al bisogno degli anziani. «Il settore pubblico è carente – prosegue Caffagni – noi colmiamo le mancanze offrendo soluzioni su misura alla persona anziana. Siamo garanti di professionalità e questo fa sì che molti medici di medicina generale o ospedalieri consiglino i nostri servizi».
Una presa in carico personalizzata per gli anziani
Una prima visita domiciliare consente alla sede di zona di creare con la famiglia dell’anziano un piano di assistenza personalizzato. «A seconda delle necessità del paziente possiamo offrire prestazioni differenti: dall’igiene quotidiana con poche decine di euro fino ad una assistenza continuativa per 5 o 6 ore al giorno – puntualizza il responsabile di PrivatAssistenza -. O addirittura offrire un servizio 24 ore al giorno. Negli ultimi anni poi è cresciuta la domanda di badanti per compagnia. In ogni caso il piano di assistenza può essere variato e modulato di settimana in settimana a seconda delle esigenze che si riscontrano con il paziente».
Servizi altamente professionali e rapporto diretto con la famiglia
I servizi sono monitorati perché esiste un rapporto diretto tra la cooperativa e la famiglia. «Da noi tutto è controllato secondo le regole del mercato – aggiunge Caffagni-. I pazienti ricevono le fatture che possono essere detratte a norma di legge. In un settore dominato dal “nero” noi siamo assolutamente convinti che il rispetto delle regole sia essenziale, tanto per le cooperative quanto per le famiglie che in questo modo possono avere un servizio altamente professionale».
Cercasi operatori sanitari qualificati per servizi agli anziani
La scelta delle figure professionali, dunque, è un punto di forza della rete PrivatAssistenza. «Tutto il nostro personale è qualificato – prosegue -, deve essere in possesso del patentino di OSS rilasciato da enti pubblici regionali. Questo è fondamentale per garantire una cura corretta dell’anziano. Igiene e vestizione sono momenti delicati che bisogna saper fare. A volte le famiglie per risparmiare si affidano a badanti non qualificate e non in regola che fanno danni. Anche durante il Covid il nostro personale era munito di gel e mascherine e tutti gli operatori erano vaccinati. Ora le misure di protezione si sono allentate, perché il virus è declassato a forma influenzale, ma il Covid ha inciso sulla psiche delle persone, anche nella modalità di acquisto dei servizi ed allora stiamo introducendo anche servizi di telemedicina. Il problema alla fine è uno solo però: gli anziani aumentano e gli operatori qualificati sono introvabili».
Per abbattere irregolarità serve un aiuto dallo Stato
Il tema della carenza di personale, dunque, interessa anche l’assistenza a domicilio privata. Nel 2022 le richieste sono aumentate e anche la più grande rete di assistenza domiciliare ha dovuto fare i conti con la mancanza di operatori e di conseguenza non poter sempre soddisfare le richieste delle famiglie. «Lo Stato dovrebbe rendere più accessibile questi lavori e soprattutto remunerare di più chi li svolge – lamenta il responsabile nazionale di PrivatAssistenza -. Non solo, sarebbero necessarie politiche di welfare tali da permettere alle famiglie di poter detrarre i costi molto più di quanto lo fanno ora. Insomma, servono più agevolazioni per l’assistenza domiciliare. Questo permetterebbe alle professionalità di essere retribuite nella giusta misura e alle famiglie di affidarsi a personale competente e non a badanti non qualificate e non in regola».
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