Due derby persi senza segnare e senza quasi giocare hanno risvegliato il segnalatore dell’astinenza: cosa succede all’attacco della Roma? Per numero di reti, sette squadre sono più produttive in Serie A. Ma in questo caso, al netto di possibili errori e/o omissioni di Mourinho, le responsabilità sembrano soprattutto individuali.
Roma, risse e cartellini: ecco come sono saltati i nervi
Crollo
Lo specchio del problema è Tammy Abraham, finito in panchina quattro volte nelle ultime sei partite di campionato. Lo scorso anno, il primo in Italia, era arrivato a 12 gol alla ventisettesima giornata. Oggi è fermo a quota 6, la metà esatta, e non segna dal 4 febbraio (Roma-Empoli 2-0). Nella Serie A 2021/22 ha chiuso a 17 con una media di un gol ogni 182 minuti. Adesso viaggia a velocità ridottissima: uno ogni 292. Per uno che porta la maglia numero 9 ed è stato pagato 40 milioni con la prospettiva di essere rivenduto a 80, come da clausola fissata con il Chelsea, è un bilancio molto deludente. Se ne è accorto ovviamente anche il mentore Mourinho, che lo ha protetto finché ha potuto ma poi ha dovuto cercare soluzioni alternative.
Vice
Ma il sostituto, che Mourinho aveva voluto proprio per arricchire le opzioni offensive e cercare qualche gol sporco, va anche peggio: Andrea Belotti, ieri diventato papà per la seconda volta (auguri), lotta con grande impegno su ogni pallone e per l’atteggiamento ha momentanemente scavalcato il compagno nelle gerarchie: a San Sebastian e nel derby ha giocato lui titolare. Ma in queste due partite guarda caso la Roma non ha segnato e non ha creato. Belotti sta rendendo nelle coppe (4 gol complessivi) ma in campionato è sempre a zero gol. La sua attenuante? Gli sono state concesse meno occasioni, finora: solo 5 volte Belotti è stato inserito nella formazione di partenza.
Il capitano
Il terzo uomo che non sta rendendo secondo le sue potenzialità è Lorenzo Pellegrini. Che è stato anche onesto nelle sue ammissioni, alla vigilia della partita con la Real Sociedad. Pellegrini nega che la coesistenza con Dybala, viceversa autore di 9 gol solo in campionato e quindi pienamente in linea con le responsabilità di faro, lo abbia danneggiato per motivi tattici. Ed è vero che i continui problemi fisici sono stati penalizzanti per un calciatore sempre molto disponibile verso la Roma. Ma i numeri sono insoddisfacenti: Pellegrini ha segnato 2 reti su rigore e non determina un risultato con un gol o un assist dall’inizio di gennaio. Meglio ha fatto l’amico-precario El Shaarawy, che spesso parte dalla panchina e a volte nemmeno gioca di punta: 3 gol in campionato tutti su azione. Forse merita più considerazione.
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