Roma Capoccia
L’attore protagonista del film “L’ultima notte di Amore” rassicura il pubblico del Barberini sul cinema italiano: è “ancora vivo”. Speriamo. Nel frattempo ci si può distrarre con una mostra alla Galleria Lorcan O’Neill
“A Roma ci sono più chiese che giorni dell’anno”, dice l’artista Eva Jospin, così inebriata dalla Capitale e dalla Sala dei Ricami di Palazzo Colonna, da prenderne spunto per i suoi lavori. La vera festa è stata per lei abitare un anno a Villa Medici, guardando e girando la città in lungo e in largo, tra un lunch con Maria Grazia Chiuri – che l’ha chiamata per il suo défilé Haute Couture Dior – e passeggiate senza meta che ha ricreato poi, con il suo stile attento e impeccabile, nelle sue opere, omaggio all’arte, alla natura e al tempo, protagoniste assolute della Carte Blanche Ruinart 2023. Presto sarà al MiArt, ma a Reims e a Parigi celebra la tradizione del Carmontelle e la magia della vendemmia tra champagne e tendaggi ricamati che sembrano paesaggi.
Li ama anche il romano Pietro Ruffo, pronto per la sua nuova mostra Antropocene alla Galleria Lorcan O’Neill, tra mappe geografiche antiche e illustrazioni ritagliate e fissate con spilli. Poco distante, a Campo de’ Fiori, beviamo un drink con Jonathan Rhys Meyers che all’Adriano presenta American Night mentre al Barberini c’è Favino che presenta L’ultima notte di Amore. “Il cinema italiano – assicura – è ancora vivo e se la può giocare ancora”. Speriamo.