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Bimbo investito e ucciso a 11 anni sull’Appia, la mamma: ‘Con i suoi occhi vedono altri ragazzi’

Doveva essere una serata di quelle spensierate, di quelle che si trascorrono in vacanza al mare. E invece, purtroppo, in pochi e tragici istanti la vita di Romeo, un bimbo di appena 11 anni, è stata spezzata via da un’auto che a Terracina, sull’Appia, il 5 agosto scorso l’ha investito. E ucciso. Inutile la corsa disperata in ospedale perché il piccolo, che stava attraversando la strada con la mamma e le zie, è morto poco dopo: troppo gravi le ferite riportate nel violento impatto, i medici non hanno potuto fare molto. Ora, a distanza di settimane, il giovane alla guida, un 18enne di Fondi, è stato arrestato e si trova ai domiciliari: dovrà rispondere di omicidio stradale aggravato perché quella sera era a bordo dell’auto sotto effetto di sostanze stupefacenti. Ma questo non riporterà indietro il piccolo. 

La donazione degli organi di Romeo 

Romeo è morto, ma continua a vivere in altri ragazzi perché la famiglia ha deciso di donare i suoi organi. E ora, come ha raccontato mamma Titta al quotidiano La Repubblica, le sue cornee hanno dato la vista ad altri giovani sconosciuti. Mentre il fegato e i reni funzionano in altri corpi. “Il dolore mi tratteneva da quel sì per l’espianto, poi ho pensato a quelle vite in sospeso e ho cambiato subito idea” – ha spiegato la donna, distrutta dal dolore. La stessa che si trovava con Romeo quando quell’auto è sopraggiunta e ha falciato il piccolo, che stava attraversando la strada. 

“Non riesco a immaginare le giornate vuote senza le risate di Romeo, i capricci per i compiti, le corse per non tardare agli allenamenti, il suo controbattere ad ogni cosa, gli abbracci, le sue mani nelle mie” – ha detto mamma Titta, che quella maledetta sera del 5 agosto scorso ha tenuto il figlio tra le braccia, certa che insieme ce l’avrebbero fatta anche quella volta. Loro che già avevano dovuto fare i conti con un altro lutto, la perdita del papà di Romeo. Il destino, però, ha giocato una delle carte più brutte e ora, purtroppo, indietro non si può tornare. Perché quando mamma Titta riavvolge il nastro, nella mente si ripresenta sempre la stessa scena: il suo bimbo, l’auto che lo investe e il corpicino a terra, in attesa dell’ambulanza. 

Il ricordo straziante della mamma 

Romeo vive nel corpo di altre persone e nel ricordo della mamma, che lo descrive come un bimbo ‘carismatico, entusiasta, con una timida introversione, a volte malinconica‘. Un bimbo che aveva dovuto sopportare la perdita del padre, che troppo presto aveva conosciuto il dolore. E che ora insieme a mamma Titta stava voltando pagina per scrivere un capitolo più bello. Fino a quando, però, quella sera qualcuno ha ‘deciso’ per lui. 

Il pensiero a chi guidava l’auto 

La speranza di mamma Titta è che quello che sia successo a Romeo non resti nell’oblio. “Rieduchiamo i giovani – ha detto – facciamo capire loro quale responsabilità si ha quando ci si mette alla guida, facciamo in modo che non si distruggano altre vite per una leggerezza. Non si può morire una sera d’estate sulle strisce perdonali per essere andati a prendere un gelato”. Poi, il pensiero al conducente dell’auto, al ragazzo di 18 anni ora ai domiciliari: Lui quella sera non ha distrutto solo la vita di Romeo, ma tante. Ha portato il dolore che toglie il respiro“. Quel dolore che una mamma non dovrebbe mai provare, la stessa che ora non potrà vedere crescere Romeo, la stessa che sa per certo che ‘nulla sarà più come prima’. Certa, però, che con i suoi occhi, quelli speranzosi ed entusiasti, altre persone continueranno a vedere. Perché Romeo ha salvato altre vite. 

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