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Caso Bochicchio, la Procura chiede l’archiviazione: ‘Nessuno sapeva’

La procura di Roma ha chiesto di archiviare il procedimento a carico di amici e familiari di Massimo Bochicchio, il broker dei vip, morto in un incidente stradale a giugno scorso. Chiuso il filone di indagine principale dopo la morte di Bochicchio, il Pubblico Ministero che si sta occupando della vicenda ha chiesto l’archiviazione per la moglie, il fratello ed anche per il socio del broker che erano indagati per riciclaggio. La motivazione alla base dell’archiviazione è da ricercarsi nel fatto che tutti sembrano essere all’oscuro delle condotte di Bochicchio. Ora però gli avvocati delle vittime – tra le quali figurano l’allenatore Antonio Conte, i calciatori El Shaarawy, Patrice Evrà – avranno una ventina i giorni per opporsi all’archiviazione del caso. 

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Chiesta dalla Procura l’archiviazione del caso Bochicchio

Chiesta l’archiviazione da parte della Procura di Roma del procedimento a carico di amici e familiari di Massimo Bochicchio. Moglie, fratello, socio, nessuno sapeva, era a conoscenza degli affari del broker che è morto a seguito di un incidente stradale lo scorso giugno. Diverse le persone truffate ed ora, gli avvocati delle vittime hanno venti giorni per opporsi all’archiviazione, passo quest’ultimo che alla luce degli atti appare scontato. Massimo Bochicchio era finito a processo ma non è stato giudicato. Infatti, è deceduto appena 24 ore prima che la sua ultima truffa venisse smascherata. Ora, per i vip raggirati rischia di chiudersi anche il secondo filone dell’inchiesta, quello che aveva a che fare con oltre un milione e 700 mila euro transitati dalle società riconducibili a Bochicchio a quelli del suo socio, Sebastiano Zampa e poi finiti in mano alla moglie e del fratello del broker.

Socio e moglie all’oscuro dei fatti 

Tuttavia, come riportato dal Messaggero, Zampa ‘appare un ignaro strumento nelle mani di Bochicchio, al  pari di altri soggetti’. Anche la sua moglie sarebbe stata all’oscuro di tutto, non potendo sapere che i soldi da lei ricevuti erano in realtà provento di un reato. Tuttavia e nonostante avesse ‘ricevuto da Bochicchio due bonifici dell’importo di 520mila euro e 70mila euro nel periodo in cui si palesava la progressiva insolvenza del broker, che, pur continuando a svolgere l’attività di raccolta di capitali in Italia, prendeva tempo a fronte delle richieste di restituzione dei capitali investiti da altri soggetti’, la moglie veniva rassicurata dal marito circa la presenza di denaro con cui saldare i debiti. 

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