Si riparte da dove l’abbiamo lasciato; esattamente dove si rifugia, sempre, ogni volta. Nella sua chitarra. Fuori venerdì 21 ottobre in radio e nelle piattaforme digitali “Alcolica“, il nuovo brano del musicista di Frosinone Diego Conti, che ricomincia a pubblicare musica dopo una breve pausa discografica fatta di silenzi e di ispirazioni.
Scopritore, produttore e manager dei Rolling Stones, Andrew Loog Oldham è una delle grandi novità del nuovo progetto artistico di Diego: una collaborazione straordinaria a tutto tondo, nata e concretizzata in questi ultimi due anni, in cui Conti ha scritto molto e lavorato in studio, alla Fonoprint di Bologna, sotto la supervisione del produttore e discografico Leo Cavalli. Il singolo Alcolica – scritto con Oldham, Cheope e Ivan Antonio Rossi (anche produttore artistico della canzone) – è il primo risultato di un percorso musicale con un nuovo sound, più rock, dal ritmo incalzante, sempre fedele però agli esordi di artista up next dalle venature pop rock: è il resoconto schietto, divertito, beffardo, di una notte sfocata e fuori controllo, avventura rock tra demoni danzanti e la vita sotto sopra.
Da dove nasce la tua passione per la musica e l’ispirazione per il tuo singolo Alcolica?
“Probabilmente dall’America che ascoltavo nella pancia di mia madre, con mio padre ebbero la geniale idea di fare un viaggio negli USA con me in grembo. The Rolling Stones, Led Zeppelin, Bob Dylan, Ac/Dc, Joe Cocker, Simon & Garfunkel, The Beatles e tanti altri. Fortunatamente li usavano in casa per tenermi buono e insegnarmi a vivere, non lo so è come se al suono della musica accadesse qualcosa di magico in me.
Una folgorazione che si è acuita ancora di più quando ho incontrato le note dei cantautori italiani: Lucio Dalla, Vasco Rossi, Lucio Battisti, i Litfiba. Avevo una zia suora che non ho fatto in tempo a conoscere, pianista classica lei, al contrario io ho deciso di suonare la chitarra dopo aver visto Jimmy Page, Keith Richards, Angus Young e Slash… that’s life! Ho comunque percorso studi anche classici frequentando il Conservatorio ‘Licinio Refice’ di Frosinone. La verità è che ho sempre saputo che avrei fatto questo nella vita, sin dal primo ricordo che ho della mia infanzia.
Ogni tanto combino qualche casino, per fortuna che poi ci scrivo sopra una canzone, credo sia una forma di assoluzione inconscia. “Alcolica” nasce da una serata alcolica appunto, parecchio alcolica. L’ho scritta con la gola secca, con il mal di testa e con una penna su un foglio di carta perché il cellulare l’avevo perso la sera prima, come dico nella canzone. Se non ricordo male era capodanno. Era un periodo nero e avevo un mal d’anima profondo per tanti drammi esistenziali che mi assalivano, e così cercavo di eliminarli dalla mia vita. Alcolica è stata scritta in hangover, Alcolica è il mio inno dell’hangover, so che in molti ci si possono rispecchiare.
È nata in solitaria come tutte le cose che scrivo, poco dopo ho avuto la fortuna di terminare di comporla con Andrew Loog Oldham, Alfredo Rapetti Mogol “Cheope” e Ivan Antonio Rossi (che ha prodotto il brano)”.
Tra X Factor, Sanremo Giovani e Amici di Maria De Filippi qual è l’esperienza che più ricordi e quella che è stata per te la più importante?
Sono state tre esperienze molto importanti, ma naturalmente Sanremo Giovani è al primo posto. Partecipare nella categoria giovani al Festival della canzone italiana, con una canzone sincera vissuta e scritta in prima persona è stato incredibile. ‘3 Gradi’ nacque l’anno prima proprio nei vicoli di Sanremo, e fatalità l’anno dopo ero in diretta Rai 1 a cantarla davanti tutta Italia, incredibile no? Piacque molto alla giuria e alla gente a casa, ricordo che Fiorella Mannoia disse delle bellissime parole dopo la mia esibizione.
Quanto conta ad oggi la tua collaborazione con Andrew Loog Oldham e come lo hai conosciuto?
“Potrei rispondere ogni volta con una risposta diversa a questa domanda, anzi forse lo farò, il destino a volte non si può spiegare davvero bene con le parole, è ancora oggi per me un mistero. Andrew Loog Oldham è il produttore rock per eccellenza, ha fatto così tante cose preziose nel mondo della musica mondiale che ad elencarle finiremmo i caratteri possibili in questo articolo, ma su tutte naturalmente ha “creato” e ci ha regalato i The Rolling Stones. Gli Stones sono i miei idoli da quando li vidi allo stadio olimpico di Roma che ero un bambino, nel Bigger Bang Tour. Ma che dico da molto prima. Durante la pandemia ho conosciuto ALO, si è interessato alla mia musica e abbiamo passato circa 2 anni a scrivere insieme, a distanza via mail. Mi consiglia sempre cose da ascoltare è il mio mentore e tutt’ora sto lavorando a nuove canzoni anche con lui. Non riesco a spiegarmelo, ma so nel profondo che è giusto così, e lo ringrazio infinitamente per il tempo che mi dedica”.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Cantare a squarciagola insieme a tutti voi le mie canzoni, e che diventino ‘nostre'”.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“Sto finendo di registrare il mio secondo album in studio con Fonoprint, è un vero onore lavorare con loro che sono da sempre il tempio della musica italiana. Due anni fa ho incontrato Leo Cavalli negli Studios a Bologna per fargli ascoltare le canzoni che stavo scrivendo e rimase colpito, gli sono grato per aver deciso di produrmi. Nel prossimo album, di cui “Alcolica” è il primo singolo, ho avuto il piacere di lavorare con Andrew Loog Oldham, Ivan Antonio Rossi, Alfredo Rapetti Mogol “Cheope”, e Matteo Cantaluppi fino ad ora. Fremo di pubblicare tutte queste canzoni e di cantarle dal vivo, questi sono i miei progetti per il futuro”.