La metro B di Roma, ormai, ha una reputazione che supera qualsiasi notizia in merito, e che la precede ad ogni passo. I pendolari lo sanno bene, e per questo ogni mattina fanno ogni tipologia di scongiuro per poter sperare in una giornata regolare del trasporto pubblico nella Capitale.
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Anche questa mattina, però, martedì 14 marzo 2023, gli scongiuri e tutti i mantra possibili immaginabili, non sono valsi praticamente a nulla. Si era parlato di soli 3 minuti di ritardo tra un convoglio e un altro. Ma il tempo, si sa, è un fattore altamente relativo, e dipende dal contesto, dall’unità di misura, dalla propria condizione emotiva e psicologica. Ma oltre al tempo soggettivo, come insegna la filosofia, c’è anche il tempo fisico, oggettivo, matematico, quello che impiegato per andare a lavoro, per intenderci, sul quale non è possibile mentire. E proprio su quel tipo di tempo, ecco che la metro B fa confusione, lo trasforma e lo scambia con il tempo relativo, non tenendo conto delle problematiche e dello stress causato in ogni pendolare che fa affidamento su quel tipo di trasporto pubblico.
Oltre 15 minuti di ritardi: pendolari sfibrati
Di fatto, questa mattina, gli annunciati 3 minuti di ritardo sono diventati magicamente 15 lunghi ed interminabili minuti che hanno comportato, inevitabilmente, tutto il corollario di sempre: ritardi, una calca infinita di passeggeri, tutti stretti e ficcati all’interno del convoglio, con condizioni di viaggio davvero disumane. E tutto questo, ricordiamolo, prima di andare a lavoro, prima di affrontare la vera giornata lavorativa. Forse dovrebbero pensare ad un fondo sociale per i pendolari, per ricompensarli del tempo, della salute e della fatica impiegate prima e dopo il loro turno di lavoro, sarebbe almeno un bel modo per poterli aiutare ad affrontare ogni giorno il caos continuo che continua a riproporsi sul trasporto pubblico capitolino, e un riconoscimento per la loro tenacia.
(Foto in copertina di Gaja Lombardi Cenciarelli)
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