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Discarica di Magliano, no all’impianto per lo smaltimento dei rifiuti: la sentenza del Tar

La quinta sezione del Tar Lazio ha bocciato la compatibilità ambientale rilasciata dalla Regione sulla trasformazione della discarica di Magliano Romano da impianto per inerti a impianto di smaltimento dei rifiuti urbani.

Discarica di Magliano: la sentenza del Tar Lazio

Il ricorso presentato dall’associazione ecologica Monti Sabatini è stato accolto dal Tar del Lazio. Il tribunale ha bocciato così la compatibilità ambientale della Regione Lazio sulla trasformazione dell’area – di oltre 800 mc – in un impianto per lo smaltimento dei rifiuti urbani.

La vicenda della discarica di Magliano va avanti da anni ormai e già in passato era stata protagonista di numerose sentenze del Tar. Infatti, secondo i giudici è “rimarchevole” il fatto che non sia stata “attualizzata la valutazione dell’effettivo impatto del nuovo progetto sulla falda acquifera nonostante le precise indicazioni contenute sul punto nelle precedenti decisioni rese dal tribunale”. 

Tra le censure mosse dai giudici amministrativi infatti rientrano proprio l’assenza di valutazioni sull’effettivo impatto nella falda acquifera e sulla barriera geologica. “Inoltre – scrivono nella sentenza -, a mancare in sede di via approfondite valutazioni sulla barriera geologica naturale, tenuto anche conto che la discarica sorge su sito già oggetto di escavazione relativa ad attività estrattiva di tufo, materiale idrogeologicamente permeabile”.

“La vinca è un procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano, programma, progetto, intervento o attività che possa avere incidenze significative su un sito, anche solo proposto, della rete natura 2000″.

“La Valutazione di incidenza – spiegano nella sentenza – riguarda anche progetti posti all’esterno di un sito della Rete Natura 2000 e va comunque effettuata ogniqualvolta vi sia la probabilità di un’incidenza significativa, potendo essere omessa soltanto quando vi sia la certezza di un’assenza di incidenze, sussistendo, in tal caso, obbligo di puntuale motivazione sul punto”.

“Nel caso in esame, viceversa, il provvedimento gravato si è limitato a rilevare che l’area risulta ricca di fauna e utilizzata come zona di ripopolamento animale, specificando in sede difensiva che l’area SIC/ ZPS “Fosso Cerreto” si trova a 4.000 mt dalla discarica, senza tuttavia operare una effettiva e concreta valutazione di incidenza sull’area tutelata. Ciò posto, lo stesso provvedimento gravato, nonostante il diverso avviso espresso dalla difesa regionale, indica chiaramente che l’area oggetto dell’impianto è collocata, per quanto riguarda il Piano territoriale Paesistico della Regione Lazio (PTPR), interamente in “Paesaggio Naturale di Continuità””.

La Regione si sarebbe limitata a “rilevare apoditticamente che ‘è stata verificata la corrispondenza e la non interferenza del sito con il ptpr’, senza valutare l’effettiva compatibilità del progetto con le prescrizioni di piano che, in riferimento al cd paesaggio naturale di continuità’, indica espressamente le discariche come elementi di rischio, non consentendo la realizzazione di nuove discariche e prevedendo l’eliminazione anche con rilocalizzazione delle discariche esistenti”.

“La regione ha omesso di tener conto delle misure di salvaguardia conseguenti all’adozione del piano di assetto del parco regionale di veio, nel quale ricadono parte degli interventi progettati”, scrivono i giudici.

Regione e società dovranno pagare 4mila euro: la decisione del Tar

“In tale contesto, se la vicinanza della discarica al centro abitato e ad un edificio scolastico non risultano, per le ragioni anzidette, immediatamente impeditive dell’esame del progetto presentato da idea 4srl, nondimeno, e al netto degli ulteriori fattori di rischio per l’ambiente in precedenza evidenziati, tali fattori impongono, come suggerito anche dalla città metropolitana di roma, una più approfondita e attualizzata analisi onde scongiurare, alla luce del principio di precauzione, effetti nocivi sulla salute, in conformità peraltro alle indicazioni, ad oggi evidentemente disattese dall’amministrazione resistente (cioé la regione, ndr), fornite nel tempo nelle decisioni assunte da questo tribunale sulla discarica oggetto di causa”.

La regione Lazio e la società Idea 4 sono state condannate dal Tar Lazio al pagamento di 4mila euro per  le spese processuali.

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