Lo scorso 23 novembre vennero rinvenute delle ossa umane, in particolare femori, sulla spiaggia di Sant’Agostino a Gaeta. L’operato della polizia scientifica ha permesso di recuperare uno scheletro umano, quasi integro, comprensivo di cranio. I resti risalirebbero a quasi 2mila anni fa.
La datazione dello scheletro
Quattro mesi dopo il ritrovamento sono arrivati i risultati delle analisi antropologiche e odontologiche disposte dalla Procura di Cassino: l’uomo, dell’età di 60 anni circa, avrebbe vissuto in un periodo compreso tra il 154 a.C. e il 78 d.C. L’analisi isotopica del radiocarbonio ha consentito di risalire a ere storico-archeologiche piuttosto antiche.
Lo scheletro si mostrava in posizione distesa prona e la conservazione delle articolazioni rendeva lecito immaginare che si trattasse di una posizione primigenia e non incidentale. Gli esperti, altresì, hanno specificato che il cranio appariva integro, in un discreto stato di conservazione e completo di mandibola. Unica difficoltà, a causa di un leggero dismorfismo, è che dalla sola morfologia non si è potuto ripercorrere il sesso dell’individuo.
Maschio di 60 anni e origine caucasica
Dagli esami del cinto pelvico, tuttavia, gli esperti hanno rintracciato alcuni tratti morfologici maschili e la supposizione fosse un maschio è stata poi certificata dall’approfondimento genetico posto in essere. Il DNA esaminato, difatti, ha evidenziato una chiara presenza del cromosoma Y.
L’età dell’individuo si aggirerebbe attorno ai 60 anni e la sua origine era quella caucasica. Infine, ulteriori accertamenti, hanno fatto entrare l’altezza dell’uomo in un range che va dai 168 ai 191 cm. Le indagini e tutti gli accertamenti strumentali sono stati coordinati dalla Procura della Repubblica di Cassino.
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