È allarme tra i giovani: il 28% delle richieste d’aiuto arrivate a Telefono Amico Italia è di under 26. Il suicidio è la quinta causa di morte più comune tra i 10 e i 19 anni e la quarta nella fascia d’età 15-19.
«Tra poco toglierò il disturbo»: lo ha scritto Alessandro alla sua fidanzatina, il 13enne di Gragnano, prima di togliersi la vita, pochi giorni fa. E come lui altre persone hanno lasciato messaggi, pronunciato o semplicemente pensato frasi che fanno presagire un gesto estremo. Nel mondo sono circa 800 mila i suicidi ogni anno, uno ogni 40 secondi. Ed è per imparare a cogliere questi messaggi prima che sia troppo tardi che il 10 settembre si celebra la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, promossa dall’International Association for Suicide Prevention (IASP) e co-sponsorizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Stando ai dati diffusi proprio dall’OMS, si stima che per ogni suicidio ce ne siano almeno altri 20 tentati.
Telefono Amico scende in campo
In occasione della Giornata internazionale 2022 Telefono Amico Italia sarà presente in 16 piazze italiane con “Non parlarne è 1 suicidio”, un evento nato per sensibilizzare al dialogo e per fornire a tutti una sorta di “ABC” per riconoscere il soggetto in crisi. «Un po’ come quando notiamo degli elementi salienti di una patologia fisica imminente e, quindi, portiamo al pronto soccorso una persona, sappiamo come soccorrerla. Così dovrebbe essere anche in caso di rischio di suicidio», spiega Monica Petra, presidente di Telefono Amico Italia. «Nel 2021 abbiamo registrato il numero di richieste di aiuto più alto di sempre, quasi 6 mila – racconta la presidente di Telefono Amico Italia -. E i dati parziali relativi al nuovo anno lasciano ipotizzare il medesimo scenario: durante il primo semestre le richieste di aiuto sono state più di 2.700, il 28% di giovani fino a 25 anni».
Abbattere i tabù
Tuttavia, l’impennata di contatti non è solo una cattiva notizia: «Che le richieste di aiuto siano cresciute del 55% rispetto al 2020 e quasi quadruplicate rispetto al 2019, prima della pandemia, è un dato inconfutabile. Ma questi numeri celano una doppia realtà: le persone che hanno bisogno di aiuto sono tante, ma sono altrettante numerose coloro che hanno il coraggio di chiederlo. Sui problemi mentali, infatti – aggiunge la presidente – grava ancora una sorta di tabù, una tendenza a non parlarne, temendo l’emulazione. Questo porta molte delle persone e dei ragazzi che sono in una situazione psicologicamente precaria a non cercare aiuto per paura di essere giudicati. Dare voce a quello che ci tormenta, alle nostre fragilità e ad eventuali pensieri suicidi è, al contrario, il primo passo per superarli, un tassello fondamentale in materia di prevenzione».
Allarme tra i giovani
A destare maggiore preoccupazione sono soprattutto i giovani: il 28% delle richieste d’aiuto, arrivate alla linea telefonica o nella chat di WhatsApp di Telefono Amico Italia, è di under 26. In questa fascia di età l’incidenza del suicidio è particolarmente grave: il suicidio è la quinta causa di morte più comune tra gli adolescenti dai 10 ai 19 anni e la quarta nella fascia d’età dai 15 ai 19 anni, addirittura la terza se si considerano solo le ragazze. Ogni anno, quasi 46 mila bambini e adolescenti tra i 10 e i 19 anni si tolgono la vita, circa uno ogni undici minuti. «È necessario prestare molta attenzione ai comportamenti di adolescenti e ragazzi e soprattutto quando si modificano eccessivamente ed in modo repentino. Notare eventuali alterazioni delle abitudini, ad esempio quelle del sonno (sonno disturbato, insonnia o ipersonnia) o l’aumento del consumo di alcool. O ancora scarsa attenzione nelle attività scolastiche, poco interesse per lo sport, gli amici e gli affetti sono tutti campanelli di allarme che possono indicare un disagio ed evidenziare un bisogno di aiuto – dice Petra -. Segnali che dall’esplosione della pandemia da Covid-19 appaiono sempre più diffusi». Secondo i più recenti dati Istat, nel 2021 in Italia sono 220 mila i ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita e, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico. «Infine, bisogna prestare attenzione ai cambiamenti d’umore: se un soggetto precedentemente angosciato appare improvvisamente risollevato, come se avesse risolto i suoi problemi dall’oggi al domani, potrebbe aver preso la decisione di suicidarsi», aggiunge.
I dati di Telefono Amico Italia
Il 57% delle quasi 6 mila persone che hanno chiesto aiuto al Telefono Amico Italia sono donne. Dal punto di vista anagrafico si registrano due diverse tendenze nei due principali servizi dell’associazione: alla linea telefonica (il numero unico nazionale 02 2327 2327) sono arrivate in maggioranza segnalazioni relative al suicidio di adulti, mentre nel caso del servizio WhatsApp (324 011 72 52) la maggior parte delle richieste d’aiuto sono di persone tra i 19 e i 25. La provenienza di chi nel 2021 ha chiamato per segnalazioni relative al suicidio è per il 21% Sud e Isole e per il 16% Nord Ovest, seguono con percentuali minori il Centro (9%) e le regioni del Nord Est (7%), anche se la maggior parte di coloro che chiamano preferisce non fornire questa informazione. «I servizi di ascolto delle organizzazioni che sono impegnate a supportare chi si sente in difficoltà sono un presidio importante per la prevenzione – dice Monica Petra – ma da sole non bastano. Occorre sempre di più sostenerle e creare una sinergia con le istituzioni pubbliche affinché si possa mettere in atto una vera strategia nazionale di prevenzione del suicidio. La mozione parlamentare approvata a giugno dalla Camera dei Deputati è stato un passo fondamentale in questa direzione: oltre a riconoscere il suicidio come importante problema di salute pubblica – conclude la presidente di Telefono Amico Italia – impegna, infatti, il Governo a realizzare una strategia nazionale che fornisca una guida per le diverse aree di intervento».
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