Quando il sindaco ha preso la parola, loro si sono girati di spalle e hanno intonato Bella ciao. I rappresentanti dell’Anpi provinciale di Grosseto, di Cgil e alcuni cittadini presenti hanno contestato il primo cittadino della città maremmana, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, durante il suo discorso cerimonia per la commemorazione dei Martiri d’Istia a Maiano Lavacchio, nelle campagne grossetane. La protesta si lega alla decisione del Comune di Grosseto di intitolare una via a Giorgio Almirante. L’Anpi in questi giorni ha raccolto anche oltre 300 firme per dire no all’intitolazione, presentate poi al prefetto Paola Berardino – moglie del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – che dovrà ratificare la decisione della giunta comunale.
Nelle scorse settimane, Vivarelli Colonna era finito al centro delle polemiche per una storia su Instagram in cui mostrava una foto della nuova segretaria del Pd Elly Schlein insieme alle immagini di cavalli, con anche il suono di nitriti, ed era accompagnata dalla dicitura: “Per due euro spesi per votare alle primarie Pd cosa volevate, Belen?”. Quindi la polemica per la strada intitolata ad Almirante, che sorgerà accanto a una via intitolata a Enrico Berlinguer nel nuovo complesso residenziale Borgo Nuovo. Entrambe confluiranno in via della Pacificazione nazionale.
La polemica sulla via da intitolare ad Almirante, tra l’altro, a Grosseto è una vicenda particolarmente spinosa perché fu proprio lui, da capo di gabinetto del ministro Ferdinando Mezzasoma, a pubblicare – come scoperto da L’Unità nel 1971, un manifesto a Paganico, a 25 chilometri dal capoluogo, in cui intimava agli “sbandati ed appartenenti a bande” di arrendersi, altrimenti sarebbero stati “considerati fuori legge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena”.
Il sindaco ha reagito alla contestazione con un post su Facebook nel quale parla di una cerimonia trasformata in “pretesto per screditare l’intera ricorrenza e accentuare quel clima di divisione, che avremmo il dovere di superare”. Quindi ha attaccato l’Anpi: “Un minuto prima il silenzio che riporta la memoria indietro nel tempo, tutti assorti a posare la corona in ricordo delle vittime. Subito dopo seduti sul ceppo commemorativo accanto alla corona appena deposta a raccogliere il tesseramento dell’Associazione”.
Per poi sottolineare: “Quale commemorazione? Quale rispetto? E non parlo solo di rispetto della mia persona, dell’Istituzione che rappresento più volte richiamata dagli interventi, ma anche e soprattutto – ha ancora detto il primo cittadino – verso i ragazzi che erano venuti ad ascoltare. Non hanno potuto sentire, è stata tolta la libertà dell’ascolto con canti e fischi”. Quella dei Martiri di Istia è la storia di undici giovani, renitenti alla leva, datisi alla macchia per non combattere nella guerra fascista al servizio della Repubblica sociale italiana, rastrellati e fucilati, dopo un processo sommario, il 22 marzo 1944.
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