I bombardamenti dell’esercito russo hanno colpito nelle prime ore del mattino le città di Kiev, Odessa e Kharkiv oltre a diverse infrastrutture nella regione di Mykolaiv. In un’intervista alla Cnn Zelensky ha detto che non ha intenzione di incontrare Putin
Le sirene tornano a suonare in quasi tutta l’Ucraina. I bombardamenti dell’esercito russo hanno colpito nelle prime ore del mattino le città di Kiev, Odessa e Kharkiv oltre a diverse infrastrutture nella regione di Mykolaiv. Non accadeva da diverse settimane. Nella capitale è stato preso di mira un impianto energetico e al momento, stando a quanto riportato dal sindaco Vitali Klitschko, il 40 per cento degli abitanti è rimasto senza riscaldamento. Il bilancio dei bombardamenti a Kiev è di due persone ferite. A Leopoli, invece, quattro persone sono state uccise nel distretto di Zolochiv, dopo la caduta di un razzo in una zona residenziale.
«Il nemico ha effettuato circa 15 attacchi contro la città e la regione. Gli occupanti hanno ancora una volta preso di mira le infrastrutture critiche», ha detto invece il governatore della regione di Kharkiv. La strategia russa non è nuova. Dallo scorso autunno l’esercito di Mosca sta prendendo di mira le infrastrutture energetiche del paese per indebolire la popolazione durante il lungo freddo ucraino.
Mentre continuano i bombardamenti la diplomazia è ancora ferma e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito che al momento non ha intenzione di incontrare Vladimir Putin. «Non abbiamo alcuna circostanza per parlare con il presidente della Federazione Russa perché non mantiene la parola data. Non abbiamo alcuna fiducia in lui», ha detto Zelensky in un’intervista alla Cnn. «La Russia dovrebbe lasciare il nostro territorio. Dopo di che, saremo felici di unirci agli strumenti diplomatici. Per farlo, possiamo trovare qualsiasi formato con i nostri partner», ha aggiunto.
Bakhmut
Il fronte più caldo della guerra rimane sempre Bakhmut, nella regione di Donetsk, dove gli ucraini difendono l’avamposto nonostante l’accerchiamento russo. Secondo analisti ed esperti è questione di giorni prima che gli ucraini si ritirino dalle proprie posizioni difensive. Il presidente Zelensky non vuole ritirarsi da Bakhmut, nonostante secondo gli alleati Nato sia giunto il momento di abbandonare la città.
«La Russia ha perso a Bakhmut più soldati di quanti ne ha perduti l’Unione Sovietica in dieci anni di conflitto in Afghanistan», ha detto il ministro degli Esteri Dmitro Kuleba in un’intervista rilasciata a Repubblica, La Stampa e Agenzia Nova. «Se ti ritiri da Bakhmut e costruisci una linea di difesa diciamo a Kostjantynivka, la stessa intensità dei combattimenti si sposterà lì. E non c’è differenza tra combattere a Bakhmut e combattere a Kostjantynivka. Se puoi ancora combattere a Bakhmut, allora devi combattere», ha aggiunto.
Di diverso avviso è invece il segretario della Difesa americano Lloyd Austin che a inizio settimana aveva detto: «La caduta di Bakhmut non significherà necessariamente che i russi stanno avendo la meglio nel conflitto», aggiungendo che «la città ha un valore più simbolico che reale».
© Riproduzione riservata