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Il ddl di Crisanti per gli specializzandi di area non medica

“Gli specializzandi della scuola di Microbiologia clinica che dirigevo vivevano due disparità, i medici prendevano una borsa di studio e gli altri non medici no. Questa disparità non va bene, ecco perché il mio dl per porre rimedio e che presento oggi. Sono inseriti nei turni delle strutture del Ssn, ma lavorano gratuitamente e questo va rivisto. Si tratta di circa 2500-2.600 specializzandi l’anno. Chi sono? Ad esempio genetisti che fanno anche diagnosi e sono oggi fondamentali negli screening, i microbiologi che durante la pandemia hanno lavorato su milioni di tamponi, anche i farmacisti. Stiamo parlando di professioni essenziali per il Ssn”. È stato il senatore Andrea Crisanti, microbiologo e tra gli esperti più intervistati durante la pandemia, a presentare la proposta di legge sulle borse di studio per gli specializzandi di area non medica. “Il Pd crede nei diritti e io credo che una persona che subisce una ingiustizia come i nostri specializzandi debba avere un risposata- ha aggiunto – Dal ministro della Salute Schillaci -abbiamo avuto un riscontro positivo su questo tema e potrebbe aiutarci nell’iter parlamentare, come anche l’appoggio di altri parlamentari”.

Ma per lo scienziato e è il sistema sanitario in generale che ha bisogno di sostegno. “La sanità italiana è in una crisi strutturale e se non ci si mette mano precipiterà nei prossimi anni. È un sistema sottofinanziato da 14 anni, dove abbiamo strutture obsolete, una capacità limitata di fornire prestazioni diagnostiche avanzate che poi si riflette sulle liste d’attesa. Una medicina territoriale che non fa filtro e aggrava le liste d’attesa e i Pronto soccorso. Nei prossimi anni ci sarà riduzione del personale medico. Il Governo? Mi pare che provi a tamponare senza un disegno sistemico sulla sanità, non c’è una visione del Ssn. Senza considerare il fatto – prosegue Crisanti parlando con l’Adnkronos – che negli ultimi anni la spesa per la sanità privata prevale su quella pubblica. Questo la dice lunga sulle misure del passato. Il nostro problema principale è la governance: se ci fossero altri 50 miliardi l’anno sul Ssn, io direi di no, in questo momento sono soldi buttati. Va sistemata prima la governance”. “Non è possibile che le regioni, che sono organi che legiferano, organi che nominano capillarmente i dirigenti sanitari e in alcune regioni anche personale di livello più basso, nominano anche i controllori – rimarca Crisanti, evidenziando i problemi della governance della sanità – questa cosa non esiste: questa cosa non esiste in nessuna parte del mondo dove sono stato, è la ricetta per creare sprechi e conflitti”.

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