Benvenuti nell’era della medicina basata sull’RNA. Questa è un po’ la sensazione che il Nobel per la Medicina del 2006, Craig Cameron Mello, ha magistralmente trasferito al curioso ed entusiasta pubblico nella prima giornata del Festival di Salute, organizzato a Roma dal Gruppo Gedi. Intervistato dal direttore di Repubblica Maurizio Molinari, il professore della University of Massachusetts Medical School ha ripercosso le fasi che vanno dalla scoperta del meccanismo dell’RNA interference, che gli ha fatto guadagnare al Nobel, alla messa a punto di nuove terapie basate su questa importantissima molecola. Dai vaccini anti-Covid al farmaco recentemente approvato dall’AIFA contro l’ipercolesterolemia, fino alle prossime terapie contro le malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer, e la pre-eclampsia.
Con il meccanismo RNA interference possiamo creare farmaci altamente specifici
«Dobbiamo immaginare l’RNA come se fosse il software di un computer, mentre il DNA è l’hardware», spiega Mello con una metafora calzante. «In questo senso l’RNA è ciò che fa funzionare il DNA ed è per questo che, a mio avviso, l’RNA è anche più importante del suo hardware», aggiunge. Continuando con la metafora del computer Mello spiega il meccanismo dell’RNA interference: «E’ una sorta di motore di ricerca e funziona esattamente come Google, anche se quando lo abbiamo scoperto Google ancora non esisteva. Le nostre cellule – prosegue – hanno al loro interno un meccanismo che gli permette di fare delle ricerche genetiche guidate. E questo avviene attraverso un frammento di Rna che va a scovare una precisa sequenza a una velocità impressionante. È in grado di fare 100 milioni di tentativi di match al secondo e, una volta trovato quello che stava cercando, può silenziare il gene corrispondente. Questo è un meccanismo che possiamo usare a nostro favore, creando dei farmaci altamente specifici».
Dai vaccini anti-Covid al nuovo farmaco contro l’ipercolesterolemia
L’esempio più popolare di farmaco a RNA sono certamente alcuni vaccini anti-Covid, precisamente quelli di Pfizer e Moderna. «Questi vaccini – spiega Mello – si basano sull’RNA messaggero, ovvero su un programma che consente di inviare un messaggio e quindi avviare la produzione di proteine specifiche. Il vantaggio di questo processo è che, oltre a essere molto efficace, si può facilmente aggiornare». Non a caso sono stati sviluppati nuovi vaccini anti-Covid aggiornati in tempi record. Un altro esempio di terapia basata sull’RNA è Inclisiran, il farmaco che silenzia l’mRNA di Pcsk9, la molecola implicata nell’ipercolesterolemia. «Ci sono persone che, pur mangiando molti grassi, sono più sane di altre e meno predisposte ad incorrere in malattie cardiache. Studiando il loro genoma è stato possibile individuare questa condizione favorevole, che in realtà è una mutazione che li protegge. Da qui nasce questa nuova promettente terapia che abbassa il colesterolo cattivo utilizzando l’Rna».
Nuove terapia a RNA rivoluzioneranno l’oncologia
Ma molte altre nuove terapie basate sull’RNA stanno per arrivare al letto dei pazienti. Grazie al lavoro di Mello si apre la possibilità di avere quello che il premio Nobel americano definisce farmaci informazionali. Queste molecole possono ad esempio «spegnere» alcuni geni e «silenziare» la produzione eccessiva di una proteina. Tutte azioni che possono essere di grande aiuto anche nel settore dell’oncologia. «Possiamo ad esempio creare cure personalizzate in grado di intervenire sui processi alterati di una malattia», precisa Mello. Lo scienziato ha poi riferito di un progetto che si spera consentirà di mettere a punto una nuova terapia a Rna contro le malattie neurodegenerative «in grado di fermare patologie come l’Alzheimer alla fonte», dice.
Presto via a sperimentazione su nuova terapia contro pre-eclampsia
«Il prossimo anno partirà la sperimentazione umana su un nuovo farmaco che stiamo sviluppando con l’University of Massachusetts contro la pre-eclampsia in gravidanza», annuncia Mello. «Questo farmaco ha come target un gene responsabile di questa sindrome e, una volta iniettato nella placenta, dovrebbe essere n grado di risolvere il problema che mette a serio rischio la vita della madre e del nascituro».
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