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Classi decimate, uffici sguarniti, medici di famiglia subissati di chiamate, file in farmacia e al pronto soccorso: stavolta la colpa non è del Covid ma della vecchia influenza. Che dopo due anni di scarsa o nulla circolazione è riapparsa quest’anno in maniera molto aggressiva: 80 viterbesi su mille sono a letto, secondo i numeri forniti dalla Asl, o girano impunemente infettando il prossimo.
Aziende in difficoltà a causa delle quarantene
La vera e propria impennata dei casi si è registrata nell’ultima settimana, che ha visto l’incidenza raddoppiare. Rispetto alla tempistica standard – il picco solitamente arrivava a gennaio – quest’anno il virus ha cominciato a propagarsi molto prima. E ora c’è il timore dell’effetto moltiplicatore che avranno le vacanze natalizie. La dottoressa Silvia Aquilani, infettivologa della Asl, mette in guardia dai rischi legati a quella che lei chiama la “liturgia del tampone”.
Il paese rischia di restare senza medici di base entro l’estate
In pratica: un tempo chi accusava i sintomi dell’influenza si chiudeva in casa o si metteva a letto. Oggi temendo possa trattarsi di Covid il paziente corre subito in farmacia a comprare il tampone. Se l’esito è negativo si brinda allo scampato pericolo e – nonostante tosse, raffreddore e magari pure qualche linea di febbre – si va a prendere l’aperitivo al bar con gli amici. Contribuendo a spargere un virus meno letale del Covid ma comunque insidioso”.
ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DI MERCOLEDI’ 7 DICEMBRE (Edicola digitale)
Omicron 5, casi triplicati in un mese. La Asl richiama i medici in pensione

