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LATINAL’Archivio Riccardo Cerocchi è patrimonio culturale dello Stato. Una bella notizia che rende merito al professionista scomparso quattro  anni fa, e insieme dà lustro alla città di Latina dove l’architetto ha vissuto contribuendo alla sua crescita, sempre con uno sguardo rivolto al futuro, alla sperimentazione e alla promozione della cultura, oltre che dell’arte musicale, soprattutto contemporanea,  che è stata la sua comprimaria, grande passione.

Da oggi, tutti i progetti e gli studi che Cerocchi, scomparso nell’autunno del 2017 all’età di 90 anni ha realizzato nel corso della sua lunga vita, in campo architettonico e urbanistico, sono “protetti” per il loro “particolare interesse storico”.

E’ una cosa che ci riempie di gioia – commentano i figli Paola, Maria Antonietta, Elisa e Roberto Cerocchi che con la mamma Maria Teresa hanno donato le opere alla Casa dell’ Architettura di Latina, consentendo agli architetti Bianchini e Cefaly di adoperarsi perché ne nascesse un archivio.

Si tratta – riporta la Sovrintendente Archivistica del Lazio presso il Ministero della Cultura, Giovanna Giubbini che ha avviato il procedimento per la dichiarazione di interesse storico particolarmente importante (ex artt. 7-8 della l. 241/1990 ed ex artt. 10, 13-14 del d.lgs. 42/2004) –  di 250 rotoli di disegni (in gran parte su carta da lucido) conservati in 168 tubi, 4 rastrelliere, 4 sacchi di plastica per uno sviluppo lineare di 15 m; 980 fascicoli di documenti progettuali (copie eliografiche di progetti, relazioni, ecc.) e atti amministrativi (contabilità, dichiarazioni redditi, polizze assicurative, comunicazioni con le committenze, ecc.) per uno sviluppo lineare di 50 mt ” , oggi conservati in Via Rattazzi, nella sede della Casa dell’architettura di Latina che ne è proprietaria.

Ma chi era Riccardo Cerocchi? Tutti a Latina lo conoscono per gli  edifici unici e avvenieristici che ha firmato oltre che per essere stato tra i fondatori del Campus Internazionale di Musica,  amico personale di Goffredo Petrassi. Era per tutti “l’Architetto”, per gli amici e gli intimi, Daddo, diminutivo con il quale spesso  firmava. Si era  laureato nel 1955 all’Università degli Studi Sapienza di Roma.  E aveva dato avvio alla sua carriera esponendo i suoi lavori alla prima Mostra Internazionale degli studenti d’architettura, allestita presso l’Accademia Nazionale d’Arte Moderna a Roma (a cui partecipano studenti di 56 nazioni), con progetti urbanistici ed architettonici prescelti dal corpo Docente Universitario. Da lì, la sua fame di conoscere,  studiare e incontrare i migliori, lo aveva portato, su presentazione del preside della Facoltà di Architettura, Prof. Plinio Marconi, a Stoccolma da Sven Markelius, direttore dell’ufficio tecnico per studiare i piani d’espansione della città e di ristrutturazione del centro storico. Uno sguardo non solo europeo, ma esteso al mondo: studia le New Towns nell’hinterland di Londra. Elabora, a Dublino, gli studi preparatori per il concorso internazionale per la biblioteca del Trinity College. Studia, a New York e a Chicago, le opere di Mies Van Der Rohe e di F.L. Wright. Incontra Alvar Aalto a Sainatsalo, in Finlandia, e studia le sue opere in Helsinki, Imatra e Yvaschila. Studia in Scozia la Nuova Città di Cumbernauld, ancora in costruzione. Esegue un’indagine sui suoi abitanti. Vi torna nel 1969 e nel 1972 per conoscerne gli ultimi ampliamenti e per studiarne il grande centro commerciale, amministrativo e direzionale. Incontra, a Tokio, Kenzo Tange ed alcuni suoi collaboratori. Ad Osaka visita i padiglioni dell’esposizione universale. Incontra l’équipe di progettazione della nuova città di Milton Keynes per 200.000 abitanti. Seguendo una innata passione per la musica fonda, nel 1970, con alcuni amici e la sempre presente moglie Maria Teresa, l’Associazione “Campus Internazionale di Musica”, oggi Fondazione riconosciuta a livello internazionale.

Una vita e un’attività intense, vissute con amore per il bello, alla ricerca continua della perfezione,  nel nome dell’arte e della difesa dell’ambiente, con tanta passione e competenze accumulate che gli sono valse molta stima e qualche arrabbiatura, e che hanno dato contenuti alla sua opera e portato oggi alla decisione del Ministero di fare del suo archivio un bene meritevole di conservazione.

Questa la motivazione: “L’archivio dell’arch. Riccardo Cerocchi riveste interesse storico particolarmente importante in quanto testimonia l’attività progettuale intensa riferita ad una vasta committenza pubblica e privata con interventi di edilizia residenziale, edilizia sanitaria, edifici per il culto, edilizia scolastica, piani regolatori e attività per lo sport e il tempo libero. Di un certo rilievo la documentazione relativa ai concorsi di progettazione (urbanistica e architettonica). Inoltre molto interessanti sono le sue collaborazioni con architetti di rilievo come Mario Ridolfi e altri architetti del panorama internazionale”.

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