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‘La cucina italiana? Una copia di quella americana’. Il Financial Times stronca il Made in Italy

Carbonara, tiramisù, panettone e ora anche il Parmigiano reggiano sono state prese di mira dal Financial Times, all’indomani della candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Unesco. Una posizione che viene sostenuta dalle dichiarazioni rese da Alberto Grandi, storico dell’alimentazione e docente universitario a Parma.

Le dichiarazioni che fanno tremare il made in Italy

L’esperto non è la prima volta che si schiera ‘contro’ la cucina italiana sottolineando che le ricette tricolori non sono altro che ‘bugie’ puntando l’indice contro il panettone, la carbonara e il tiramisù. Il tecnico culinario ritiene che si tratti di tutte pietanze che nascono dalla cucina moderna. Si tratterebbe, quindi, di invenzioni moderne. Ma ora ad essere preso di mira da Grandi è anche il Parmigiano che pare oltre 60 anni fa fosse assai diverso: forme di massimo 10 chilogrammi, contro quelle attuali di 40 chili; avevano una crosta spessa nera e una consistenza più grassa e morbida di quella attuale ‘proprio come quelli del Wisconsin’.

Quali sono le ‘pecche’ di panettone, tiramisù e carbonara

Il panettone è ‘incriminato, in quanto nasce come una pietanza per i poveri, un pane piatto e sottile, trasformato da Motta in quello che è ora, con la forma a cupola. Mentre il tiramisù sarebbe un dolce di creazione ancora più recente, risalente cioè agli anni ’80. Per quanto concerne, invece, la carbonara, ha sostenuto che si tratta di una pietanza che sarebbe nata in America durante la Seconda guerra mondiale.

Insorge Coldiretti, preoccupata per il mercato italiano

La posizione espressa dal docente universitario ha fatto insorgere Coldiretti che ha, apertamente, espresso la sua preoccupazione sugli effetti che queste dichiarazioni possono avere sul mercato italiano. L’apprensione nasce dal rischio che possano aumentare falsi prodotti alimentari italiani all’estero. Un timore che si giustifica anche sulla base dei dati raccolti che documentano come l’agropirateria mondiale sui prodotti italiani si aggiri sui 120 miliardi.

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