La destra «criminalizza» le famiglie arcobaleno, porta avanti «una campagna d’odio per inquinare il dibattito con fake news vergognose». Alessandro Zan (Pd) usa parole durissime sulla crociata scatenata da Fratelli d’Italia contro la trascrizione all’anagrafe dei figli di coppie dello stesso sesso.
La destra di governo sposta il fuoco sulla gravidanza per altri con espressioni che per Zan sono «abominevoli»: per il vice-presidente della Camera Fabio Rampelli le coppie omosessuali «spacciano un bambini per il proprio figlio», il presidente della commissione Cultura di Montecitorio Federico Mollicone definisce la maternità surrogata «più grave della pedofilia» (poi con un lungo post attenua il senso delle sue parole, e naturalmente annuncia querele a chi non le riporta in tutto il contesto del discorso). Zan chiede che Giorgia Meloni si dissoci dai suoi. Ma le possibilità di successo di questa richiesta tendono allo zero.
Il polverone sulla Gpa
La destra alza un gran polverone sulla Gpa – pratica già vietata in Italia – per cancellare l’accusa di togliere diritti ai bambini già nati. Di questo polverone Zan è già stato vittima ai tempi in cui fu bocciata la sua legge contro l’omotransfobia, nell’ottobre 2021.
«La gestazione per altri in Italia è vietata, la destra e il governo strumentalizzano questo tema per negare ogni riconoscimento a più di 150mila bambine e bambini che oggi hanno meno diritti dei figli di Meloni e Salvini».
A stare ai fatti, sabato scorso alla manifestazione per i diritti delle famiglie arcobaleno a Milano, la segretaria Pd Elly Schlein non ha parlato di gravidanza per altri. Ha invece annunciato l’appoggio del Pd a un disegno di legge, a firma Zan, per «vedere riconosciuto per legge il diritto delle famiglie omogenitoriali e dei loro figli e figlie». Una legge, dice Schlein, «preparata e scritta assieme alle associazioni, alle famiglie arcobaleno».
Si tratta di un testo depositato lo scorso 26 ottobre, e con scarse possibilità di successo in questa legislatura (ma anche in quella precedente, per la cronaca). Introduce in Italia il matrimonio egualitario, estende l’adozione dei bambini ai single e alle coppie omosessuali e infine concede il riconoscimento dei bambini alla nascita. Un testo in linea con il programma su cui Schlein ha vinto alle scorse primarie del Pd.
La gravidanza per altri, dunque, non c’entra. Ma la destra insiste, sapendo che è un punto sensibile nel Pd, su cui da sempre il partito è attraversato da opinioni diverse, come del resto il mondo femminista. Il confronto fra anime diverse spesso è diventato uno scontro, e a suo tempo si è riverberato anche nel dibattito sulla legge Zan. A aggiungere confusione a confusione ci si mette anche Carlo Calenda: «La destra continua ad attaccare la sinistra confondendo il riconoscimento dei figli con l’apertura alla Gpa. Può farlo perché il Pd e Schlein non prendono una posizione chiara sulla Gpa. Sarebbe utile che lo facessero presto».
L’accelerazione in aula
Dovranno, anche perché già oggi Fdi a Montecitorio chiederà la calendarizzazione in commissione giustizia di una proposta di legge «in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano». Il reato in realtà c’è già, ma secondo la ministra della famiglia Eugenia Roccella, ma non è perseguito abbastanza. Anzi non basta che sia reato: dovrebbe essere «reato universale». E come si fa, se è una pratica consentita in alcuni paesi, anche europei, attacca la rossoverde Betta Piccolotti: «Ne dobbiamo dedurre che il governo considererà Ungheria, Danimarca, Belgio, Grecia, Regno Unito, Canada e Stati Uniti come Stati canaglia?»,
Riccardo Magi, segretario di +Europa, cerca di rimettere le cose in ordine: «Nel nostro Paese manca una tutela per le bambine e i bambini nati all’estero e che non vedono trascriversi integralmente il proprio atto di nascita con entrambi i genitori. Su questo la Corte Costituzionale ha detto che c’è una mancanza di tutela e che è violato un diritto preminente di questi bambini a vedersi riconosciuto, attraverso la trascrizione dell’atto di nascita, il proprio stato di figli».
Invece quella del «reato universale», secondo Magi, «è una fesseria», perché «una condotta punita dalla legge italiana può essere perseguibile anche all’estero a patto che la stessa condotta sia punita anche dalla legge straniera». È una «sparata» dunque, la proposta di «arrestare i genitori di questi bambini anziché di riconoscere una situazione di fatto», basterebbe «una piccola modifica che consenta la trascrizione degli atti di nascita».
Uniti ma sui diritti dei bimbi
Una sparata che però trova il Pd più silenzioso di quello che ci si aspetterebbe. Forse persino un po’ imbarazzato per l’esito inaspettato – ma fino a un certo punto – dell’accelerazione impressa dalla neosegretaria alla manifestazione di sabato, quando ha lanciato il testo proposto da Zan trasformandolo di fatto in una proposta ufficiale del partito.
Con parole sorvegliate, lo spiega Enrico Borghi, esponente dell’area riformista dem: perché sia una proposta di tutto il Pd «servono una riflessione in direzione e una discussione all’interno di gruppi». Borghi ricorda che i temi dei diritti, dalle unioni civili (approvate nel maggio 2016) allo stesso ddl Zan (affossato nell’ottobre 2021) il Pd è «sempre riuscito» a trovare una sintesi interna, e conclude: «Non credo che Elly Schlein verrà meno a questo tipo di approccio pragmatico».
Una convinzione, ma forse anche un consiglio. Le posizioni della destra sono irricevibili, «un conto è il riconoscimento dei diritti dei bambini, su cui nel Pd c’è unanimità», altro invece «la discussione sulla maternità surrogata. La destra ci vuol portare su quel terreno, e non ci dobbiamo cadere. Ci si deve ascoltare e si deve essere aperti al confronto, mettendo al centro i diritti dei più deboli che, nella maternità surrogata, sono le donne a rischio sfruttamento».
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