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Lazio, Felipe Anderson a tutto campo: è lo stile Sarri

ROMA – Attaccante e sentinella, è il Felipe Anderson più giocatore e non più giocoliere. Fa le cose che pesano, non solo le cose che piacciono. Nel tempo ha imparato ad essere più concreto, più decisivo. La cilindrata della sua corsa è rimasta la stessa, ma le giocate sono più affinate, meno vaghe. Gioca a tutto campo, è meno assorto, lavora pulito e sporco. E’ un Felipe versione ciclo continuo, lotta continua. E’ uno dei sei giocatori della Lazio sempre titolari nelle prime sette giornate di campionato (con Zaccagni, Immobile, Milinkovic, Patric e Marusic). Ha giocato tutte e 9 le gare stagionali fin qui disputate (2 di Europa League). Ruolo e funzioni, è Felipe Anderson ad aver creato più occasioni per i compagni (15), è l’uomo che ha confezionato più cross su azione (10) e che può vantarsi del record di dribbling riusciti in A (7 come Milinkovic). Dall’anno scorso ad oggi sempre Felipe ha segnato 9 gol e 9 assist considerando tutte le competizioni, è tra gli specialisti della doppia specialità. C’è Felipe in vetta alla classifica interna dei contrasti, ne ha effettuati 15 in 7gare (2,1 di media a partita). Nel 2016-17, penultima stagione prima della partenza da Roma, aveva una media di 2,8 contrasti a partita (suo primato).

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La rinascita

Si era perso dopo la prima stagione al West Ham, si è ritrovato nella Lazio. Sarri l’ha sempre stimato e quando gli hanno prospettato la possibilità di allenarlo non ci ha pensato su, ha accettato l’acquisto. Mau ha provato fin da subito a scuoterlo: «Voglio parlarci e capire perché a volte si spegne». L’anno scorso l’ha solleticato più volte: «Ha il tasto on/off. Quando è sull’on può giocare in qualsiasi ruolo e in qualsiasi squadra». Il Felipe di quest’anno è più vicino all’idea che Sarri ha di lui. Al di là del gol all’Inter e dell’assist col Napoli per Zaccagni, il brasiliano si sta dimostrando più funzionale. Sarri gli chiede movimenti senza palla, non solo di essere decisivo quando la riceve: «Se questo processo diventerà automatico potrò crescere ulteriormente», l’ammissione di Felipe dopo la partita col Feyenoord. La fiducia di Sarri è uno sprone continuo: «Mi ha sempre stimato anche prima del mio arrivo alla Lazio. Quando si scende in campo con la fiducia dell’allenatore è importante, faccio di tutto per essere al 100% ad ogni partita perché Sarri e la squadra contano su di me».

Il ruolo

Felipe si tiene pronto per ogni utilizzo. L’anno scorso ha provato da falso nove, può ritenersi in preallarme per lo Spezia, dipende dalle condizioni di Immobile. Cancellieri è designato da vice Ciro, ma non ha mai giocato titolare e Sarri il più delle volte l’ha utilizzato da ala. Felipe è una soluzione già provata e che Mau può tenere in considerazione se servirà. Pedro è disponibile, Zaccagni anche, il brasiliano volendo può essere riadattato da centravanti. Pipe ama la Lazio, l’ha dimostrato. Sogna di giocare la Champions con lei, non ci è mai riuscito. Nella grande Europa ha giocato solo una partita, ma con il Porto, durante un’esperienza di passaggio, vissuta in prestito dal West Ham. Nel 2021 ha firmato un triennale, è in scadenza nel 2024. Rimarrà anche il prossimo anno, quando ci sarà da discutere dell’eventuale rinnovo. Compirà 30 anni ad aprile, quand’è arrivato a Roma ne aveva 20. In dieci anni tante cose sono successe, tante cose ha imparato. Felipe si è rimesso alla guida del suo destino.

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