ROMA – Esaltato, dimenticato. Europa e contratto, Luka Romero è ad un primo bivio in questa stagione. Sarri non l’ha mai utilizzato, è l’unico degli attaccanti ad essere rimasto in panchina. Felipe, Pedro e Zaccagni si dividono i due posti. L’arrivo di Cancellieri, scelto come vice Ciro, utilizzato da esterno, gli ha fatto ombra. L’argentino può avere un’occasione domani. Le condizioni di Pedrito e Zac costringono Sarri a studiare un’alternativa a Felipe e Cancellieri, pronti a scortare Ciro nel tridente. Romero ci crede, mai come stavolta. E’ atteso davanti ad un doppio bivio: peserà le decisioni di Mau e continuerà a valutare con la famiglia e il suo agente l’opportunità di legarsi per cinque anni alla Lazio o meno. E’ sempre in scadenza a giugno, compirà 18 anni il 18 novembre. Può firmare anche subito, ma il nuovo contratto andrebbe depositato solo al compimento della maggiore età. Non è chiaro se la trattativa sia iniziata, in questo caso a che punto sia. Il rischio di perdere Romero esiste, soprattutto se le porte del campo rimarranno chiuse. E’ una scintilla, il suo talento. Ha 17 anni, è ancora un ragazzino, non si sa cosa potrà fare, dove potrà arrivate, ma ragiona in prospettiva e lo stesso fanno i suoi rappresentanti. Può muoversi di nuovo a parametro zero, avrebbe già ricevuto un paio di offerte. Ha scelto la Lazio un anno fa, ha potuto firmare per sole due stagioni con la promessa di siglare un contratto più lungo appena l’età e i regolamenti l’avrebbero permesso. Sarri l’anno scorso l’ha utilizzato 8 volte in campionato, sempre in corsa. Anche una volta in Coppa Italia. In ritiro, ad Auronzo, cullava sogni laziali: «Cerco di allenarmi sempre bene, questo è il mio obiettivo. L’entusiasmo della gente mi piace molto, sono felice di quello che sta accadendo. Ringrazio i tifosi e la Lazio che mi sta aiutando a crescere. Il primo anno è stato positivo, sono felice delle occasioni avute. Quest’anno voglio giocare maggiormente e dimostrare di meritare lo spazio avuto». Erano i suoi propositi, per ora non si sono avverati. Romero, al di là dell’età, scalpita per giocare, per ritagliarsi un po’ di spazio tra i grandi. La Lazio gli ha riconosciuto uno stipendio da 400 mila euro a stagione prevedendo per lui uno scenario da big nel giro di qualche stagione.
Romero, la nazionale
A marzo era stato convocato dal cittì Scaloni nell’Argentina, avendo più passaporti (per le origini familiari) era corteggiato da più parti. Ha scelto la Nazionale di Messi, suo idolo: «Allenarmi con Messi era un sogno, ringrazio Dio per esserci riuscito. Ringrazio l’Argentina per avermi permesso di viverlo. Spero di partecipare al Mondiale del 2026, ma ora penso solo alla Lazio. Sarri mi sta aiutando molto bene, sento che sto crescendo giorno dopo giorno ascoltando il mister ed imparando dai più grandi. Mi sento molto bene, voglio crescere giorno dopo giorno. Sono molto timido, ma con il gruppo mi sento molto a mio agio e questo si vede in campo». Era entusiasta, spumeggiante in estate. Le panchine di quest’anno non se l’aspettava, quantomeno immaginava di avere qualche occasione in più in corsa. Alcune decisioni lo avrebbero spiazzato, questo si racconta. Nelle prime partite, osservando il campo da lontano, si guardava smarrito.
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