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Massimiliano, Infermiere: “possiamo farci chiamare Dottori, tanto i Medici si fanno chiamare Dirigenti”.

Gentile direttore di AssoCareNews.it,

vorrei, se lecito, rispondere riguardo all’articolo del Dott. Ric. Dott. Mag. Dott. Mark Tedeschi, sperando di non turbare la sua e le altrui sensibilità e soprattutto di non generare polemiche!

Non ho potuto però esimermi di commentare il suo articolo, solo per cercar di far capire agli estranei del SSN come funziona… diciamo solo una “infarinatura”!

Al di là di ciò che scrive, che può essere condivisibile, giusto, o si può essere anche contrari, perché no? Ognuno si può fare delle opinioni a riguardo.

A mio modesto modo di vedere, per ciò che concerne il campo sanitario/nosocomiale, con tutto il rispetto, non ha la più pallida idea di che cosa si stia parlando (d’altronde lo ha per primo dichiarato lei, di non essere né medico, né infermiere!), di fatto tralasciando un particolare non indifferente!

Per cominciare, i medici ormai, da molti anni, sul cartellino hanno scritto, non più “dott.”, ma “dirigente medico”! Da qui si evince chiaramente che non c’è possibilità alcuna di generare problemi di scambio di ruoli negli utenti/pazienti, o addirittura creare confusione alcuna! Figuriamoci tra colleghi (a questo poi, si deve aggiungere i diversi colori delle divise che differenziano i vari operatori!).

Non ho la più vaga idea di come lei immagini la sala operatoria, ma non è come l’ha descritta!

Un Dottore (medico) che dice ad un Dottore (infermiere) mi passi una pinza di Magill o di klemmer o un bisturi?

Mah?!? Questo si che è un teatrino “particolarmente macchiettistico”, e fantasioso! Semplicemente c’è confidenza, fiducia, complicità, stima, ci si chiama per nome, al massimo per cognome, ammesso che ci sia tempo per farlo. In quegli attimi sfuggenti, ove tutto è calcolato al millesimo di secondo, l’equipe vive quasi in simbiosi, tutto deve funzionare perfettamente, non lasciando tempo a queste fantasie tendenziose. Ciò per ridurre al minimo eventuali errori nell’esecuzione di un intervento (sa, si ha che fare con vite umane!).

Paragonare poi, la laurea quadriennale (vecchio ordinamento) di maggiore prestigio, rispetto alla laurea triennale+la magistrale, tralasciando i master 1º e 2º livello della durata di un anno cad. (innalzando di fatto gli anni accademici universitari a 7! E se vuole, può anche aggiungerci 3 anni di dottorato di ricerca, così da arrivare a 10!) a mio parere non ha senso!

Questa sua osservazione, ha un’ accezione retrograda che mi fa balenare alla mente il discorso del preparatore atletico del calciatore Antonio Cassano, che addirittura equiparava la terza media di venti anni fa, alla laurea (vecchio ordinamento!). Mah?!?

È una generalizzazione/banalizzazione che va avanti da anni e sicuramente ne avrà sentito parlare, come tutti noi, fin dai primi banchi di scuola! Si è sempre sostenuto che i nostri genitori/nonni fossero più eruditi e i licei/università di una volta, lasciavano un bagaglio culturale assai maggiore rispetto agli studenti di odierni, una volta diplomati/laureati! Lo si dice addirittura ancora oggi riguardo ai medici, “a quelli di una volta bastava un solo sguardo per capire cosa avevi e ti curavano bene e subito”! Sarà veramente così? Beh se così fosse, non ci sarebbe lavoro più per nessuno una volta estinti nonni e genitori!

Questa è l’università italiana attuale alla quale ci siamo adeguati da anni…!Eppure, fortunatamente, nonostante tutto, “sforna”, rilanciando l’Italia nel mondo, menti geniali, motivo di vanto nazionale!

Non è colpa del laureando se può accedere solo a questo nuovo ordinamento per divenire infermiere o qualsiasi altro professionista!

Di sicuro non è ambizione dell’infermiere (come tanti altri “laureati spolverati”), farsi chiamare dottore, ma è LA LEGGE a consentirlo, quindi non vedo cosa ci sia di male, giustamente spetta a noi la scelta e a nessun altro!

Certo una riforma universitaria sarà d’obbligo in futuro, ma le posso garantire, che grazie alla nostra “infarinatura”, con ben 105 esami effettivi propedeutici (scritto e orale cad.) e 3000 ore di tirocinio (corso in aula la mattina e tirocinio nei reparti pomeriggio!) svolto in 3 anni (se riesci a stare al passo!), l’esame di stato, la discussione della tesi e l’iscrizione all’ordine (OPI), e corsi ECM obbligatori, nonostante la facciano sorridere o peggio mostrare compassione, ci rendono in grado di fare la differenza nel salvare una vita o meno! Visto che la convivenza col paziente e l’agire su di esso tempestivamente in caso di bisogno, riguardo alla terapia, posizionamento CVP CV SNG e tutte le manovre di primo soccorso, l’RCP, BLS e BLSD, sono prerogativa prettamente infermieristica, in quanto SEMPRE PRESENTI su turni, 24h su 24 e 7gg su 7 , domeniche e festivi compresi! Ovviamente, poi avvertiti da noi, arriva la “cavalleria”, medici rianimatori e anestesisti (ammesso che possano intervenire tempestivamente!).

Per ribadire, i medici hanno procedure e protocolli differenti rispetto ai nostri, loro curano, mentre noi infermieri ci prendiamo cura, assieme ed in equipe, per il bene del paziente/utente!

Loro mediante la cartella medica esprimono le loro diagnosi e cura, noi mediante quella infermieristica (anche se ormai sono integrate cartacee e/o informatizzate!), progettiamo, gestiamo, valutiamo, l’intervento assistenziale. Inoltre la usiamo per comunicare tra gli operatori e per documentare, ma soprattutto per garantire la migliore assistenza alle persone.

Le posso garantire che un dottore infermiere, per le sue peculiarità, non può e non andrà mai a sostituire un medico e viceversa. E nella mia esperienza quasi ventennale, non ho mai visto colleghi infermieri che si spacciano sedicenti medici!

Nella maggior parte delle volte, sono le altre professioni che sconfinano molto spesso e volentieri nella professione infermieristica (addirittura anche la vicina che somministra la terapia intramuscolare!).

Se poi, nell’ipotesi remota dovesse succedere, ci sono leggi ad hoc, sanzioni, ecc per far in modo che ciò non accada. Comunque “nell’ infarinatura” queste cose le insegnano ad ogni professionista della sanità!

In Europa, America e in altre parti del mondo esistono infermieri anestesisti, ed infermieri (e addirittura paramedici) prescrittori di farmaci, pur non avendo corsi di laurea così prestigiosi come i nostri italiani! (Il paramedico è una figura non laureata, che in Europa non esiste, per chi volesse, rimando la differenza al mio Podcast “infermieri informati”). L’infermiere laureato (o spolverato!) è a tutti gli effetti, PER LEGGE, da attribuirsi alla categoria dei QUADRI, in quanto ha piena autonomia lavorativa e decisionale, responsabilità civile e penale del reparto!

Purtroppo grazie a questa “Italia folcloristica” da lei citata, (che consente di chiamarci dottori, suo malgrado), siamo inquadrati come operai/impiegati e ancor oggi vittime del demansionamento! Come se non bastasse, condividiamo il nostro comparto con ascensoristi, giardinieri, elettricisti, portantini, ausiliari, OTA, OSS e tutte le maestranze che ruotano attorno al nosocomio. Nonostante ciò, sottopagati, sfruttati, vittime di aggressioni sia verbali che fisiche e una volta anche considerati eroi (durante il COVID-19, perché in prima fila “sul fronte”, quando tutti avevamo paura terrorizzati, medici compresi, senza DPI idonei) siamo sempre restati (e resteremo) accanto ai pazienti per prestare il nostro qualificato servizio, essendo noi la COLONNA PORTANTE del SSN! Ciò lo dimostra il fatto che non possiamo scioperare in massa, perché precettati, in quanto un nostro “incrocio totale delle braccia”.

PARALIZZEREBBE TUTTO IL SSN!!!

Per ciò che riguarda gli OSS o “super oss” (OSSSpecializzato), basta un diploma di terza media (scuola media inferiore) per accedere al corso! Da qui parlare di corsi parauniversitari sembra troppo prematuro. A mio avviso sarebbe più opportuno farvi accedere con un diploma di scuola media superiore, poi se ne pure discuta!

Detto questo mi auguro fortemente che la FNOPI in particolare, ma tutti gli OPI d’Italia, facciano prima gli interessi dei propri iscritti che gli dispensano e garantiscono il reddito, grazie alla tassa di iscrizione dapprima e la tassa annuale poi! Solo in seguito, se necessario, dopo aver risolto i nostri gravi problemi precedentemente citati, magari volgere lo sguardo agli OSS che sembrano, a quanto pare, stare molto a cuore!

Certo avere una doppia entrata non è certo un male, ma stare con due piedi in una scarpa non è la migliore delle credibilità!

Per concludere all’infermiere ci si può rivolgere o con il titolo accademico Dottore, o semplicemente INFERMIERE a lei la scelta! A noi non fa differenza alcuna!

Con stima.

Dott. Inf. (“infarinato”) Massimiliano Gentili

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