Hatay rimane la città più colpita dalle ultime scosse di terremoto. Chi può sta lasciando il confine a bordo delle proprie macchine, mentre i soccorsi continuano a scavare tra le macerie alla ricerca di nuove vite da salvare
A due settimane di distanza dal terremoto che ha colpito il confine tra Turchia e Siria, provocando 47mila vittime e migliaia di feriti, due nuove scosse si sono registrate nello stesso territorio.
La prima di magnitudo 6.4 e la seconda di magnitudo 5.8 hanno causato nel tardo pomeriggio del 20 febbraio almeno 8 vittime tra i due paesi. Secondo il ministro dell’Interno turco tre vittime si sono registrate in Turchia, mentre cinque in Siria. Di queste, quattro sono rimaste schiacciate nella calca per la fuga ad Aleppo e Tartus. Aumentano anche il numero dei feriti: 213 in Turchia e 130 in Siria.
Chi può sta lasciando il confine a bordo delle proprie macchine, mentre i soccorsi continuano a scavare tra le macerie alla ricerca di nuove vite da salvare.
Hatay rimane la città più colpita dalle ultime scosse di terremoto. «Alcuni edifici sono stati distrutti, ci sono persone intrappolate sotto le macerie», ha detto il sindaco della città. La protezione civile turca ha chiesto alla popolazione di allontanarsi dagli edifici già danneggiati e dalle zone costiere in caso di un rischio maremoto che al momento sembra essere rientrato.
In Siria, invece, il maggior numero dei feriti si è verificato nelle città di Afrin, Salqin, Harem, Idlib, Khirbet al-Juz e nelle zone rurali vicino ad Aleppo. Secondo il Guardian i feriti sarebbero più di cinquecento.
La ricostruzione
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha detto che i lavori per la ricostruzione inizieranno il prossimo mese. L’obiettivo è costruire circa 200mila appartamenti in 11 province turche maggiormente colpite dal sisma. Nel frattempo, sono stati emanati centinaia di mandati di arresto nei confronti di imprenditori edili accusati dalla magistratura turca di aver edificato i palazzi che sono crollati senza aver rispettato le norme vigenti nel paese.
Il Segretario di stato americano, Antony Blinken, ha offerto il suo sostegno per la ricostruzione. Dopo aver incontrato il suo omologo turco, Mevlüt Çavuşoğlu, Blinken si è impegnato per fornire ulteriori 83 milioni di dollari in aiuti per la Turchia e la Siria. Il presidente Joe Biden ne aveva già stanziati 71 milioni.
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