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Pasolini Banda della Magliana, nuova verità sulla morte del regista

Pasolini Banda della Magliana, c’è questo connubio dietro la morte del regista? Ne è sicura la Commissione parlamentare Antimafia, che lo mette nero su bianco nel proprio rapporto finale sull’ultima legislatura. Pasolini, come noto, fu trovato senza vita all’Idroscalo di Ostia il 2 novembre del 1975. Un assassinio alla base del quale ci sarebbe il furto di alcune sue pellicole. Per la precisione, ricostruisce la relazione, alcune bobine di ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’, film al quale stava lavorando proprio in quel periodo.

PASOLINI BANDA DELLA MAGLIANA, ELEMENTI IMPORTANTI

Proprio il tentativo di farsele restituire lo avrebbe condotto nel luogo dove poi ha trovato la morte. Per mano, sostiene ancora la Commissione, di “gruppi malavitosi di rilievo“, tra cui appunto la Banda della Magliana. Tali elementi, si legge nel documento, se sotto il profilo giudiziario non porteranno a niente, visto il tanto tempo trascorso, sono comunque di forte utilità. Essi contribuiscono infatti a fare chiarezza sia sul movente che sulla dinamica della aggressione che sfociò nell’omicidio.

PASOLINI BANDA DELLA MAGLIANA, LE PAROLE DELL’AMICO

Del quale fu riconosciuto colpevole Pino Pelosi, detto ‘La Rana’. A carico di quest’ultimo, la Cassazione nel 1979 decretò una condanna a 9 anni e 7 mesi. A portare gli inquirenti sulla nuova pista è stato però Sergio Citti, amico e collega di Pasolini. Che per primo parlò del furto delle pellicole, le quali, disse vennero poi usate per attirare il regista in trappola. Ciò glielo avrebbe riferito lo stesso Pasolini nel corso del loro ultimo incontro: “Aveva degli spezzoni con cui poteva montare, ma a lui interessavano gli originali“.

Fabio Villani

Laureato alla Specialistica in Filologia Greca e Latina. Esordisco nel giornalismo durante un tirocinio universitario. Tra le mie passioni, calcio, cinema e musica

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