ROMA – Il giorno dopo la sconfitta contro l’ultima della classe, che non vinceva in serie A dal 1996, tiene banco la polemica tra Mourinho e gli arbitri, ma la Roma è sprofondata nuovamente nelle sue inquietudini e nei suoi limiti. Dalla ripresa del campionato aveva cominciato a frequentare la zona Champions, ma con lo scivolone di Cremona è sprofondata al quinto posto. La partita di domenica all’Olimpico contro la Juventus diventa un crocevia fondamentale della stagione. Ma saranno i prossimi quindici giorni a dare un senso alla stagione, in un verso o nell’altro. Da domenica fino al 19 la squadra giallorossa giocherà contro Juventus, Real Sociedad (andata), Sassuolo, Real Sociedad (ritorno) e Lazio. Cinque impegni in due settimane da far tremare i polsi. Quindici giorni per capire il futuro. La Champions torna a rischio e anche il futuro di Mourinho resta sempre in bilico. L’allenatore dovrà affrontare il tour de force con un organico del quale ha spesso sottolineato i limiti, anche a Cremona la Roma ha dimostrato di non riuscire a sostenere tre impegni in una settimana con la stessa intensità.
Sul futuro sono tornate ad addensarsi nubi minacciose. Che farà Mourinho? Quando parlerà con i Friedkin? Interrogativi che tengono in ansia i tifosi, entusiasti dello Special One, ma preoccupati dal rischio di non veder crescere la squadra. I proprietari americani hanno scelto l’allenatore e sono convinti di continuare con lui. Non hanno l’urgenza di pianificare il futuro con un allenatore che ha ancora un anno di contratto. Non hanno incontri in agenda.
Obiettivi da non fallire
La partecipazione alla Champions porterebbe risorse che aiuterebbero la società a muoversi più agevolmente sul mercato. Quindi il futuro è più che mai legato ai risultati. Martedì sera Mourinho ha detto di non pensare a questo obiettivo, al quale ha fatto riferimento invece Tiago Pinto. Restare fuori dall’Europa che conta sarebbe una delusione per tutti. Un allenatore del calibro di Mourinho ha sempre molti estimatori, ha detto no con un po’ di dispiacere al Portogallo, il Newcastle gli farebbe ponti d’oro, ma Josè può puntare più in alto. Un ciclo di cinque partite fino alla sosta per le nazionali. Con l’unica eccezione del Sassuolo (che comunque ha fatto soffrire la Roma all’andata) si tratta di sfide delicate, Juventus e Lazio sono due avversarie che tolgono risorse fisiche e mentali. E il doppio confronto degli ottavi di Europa League metterà i giallorossi di fronte alla Real Sociedad, rivelazione della Liga. Mourinho sarà costretto a fare poco turn over, per affrontare tutte queste partite come fossero finali. Perché restare in corsa per la Champions e proseguire il percorso in Europa significherebbe allontanare il pericolo di aprire una crisi a marzo. Nelle prossime due settimane ci sarà la possibilità di allenarsi poco, Mourinho dovrà gestire calciatori che non possono giocare ogni tre giorni per non rischiare infortuni e ricadute.
Recuperare i migliori
Ci sarà bisogno del miglior Dybala, finito anche lui nel grigiore della Pianura Padana. Si attende anche il ritorno in condizione di Pellegrini, che viene da una serie di infortuni che lo ha condizionato. E’ il momento della verità e anche Mourinho lo sa. Per questo aveva lanciato pubblicamente l’invito ai Friedkin a parlare prima della fine della scorsa stagione. Il tecnico in questo periodo ha poca voglia di sorridere, di presentarsi in conferenza stampa, di mostrarsi sereno. È perennemente corrucciato. Le prossime cinque partite potrebbero cambiare la storia della Roma e quella di Mourinho.
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