ROMA – Una ventata d’aria fresca ha avvolto la fascia sinistra nelle ultime due partite serali dell’Olimpico. Non una brezza primaverile, ma un vero anticiclone che prepotentemente ha riacceso l’inverno con le sue fredde temperature e ha costretto nuovamente a ripararsi per evitare malanni stagionali. Ecco, Leonardo Spinazzola è l’anticiclone della Roma, ha anticipato quello vero che si abbatterà sull’Italia da domani e che riporterà temperature basse, vento e neve. Prima contro il Verona, ma soprattutto dopo contro il Salisburgo, Mourinho ha ritrovato il giocatore che ancora non aveva mai avuto, quel terzino che faceva gola a tutte le big d’Europa e che poi è rimasto fermo per quasi un’intera stagione per la rottura del tendine d’Achille. Nel momento più bello era arrivata per lui l’ora più buia della sua carriera.
Padrone della fascia
Seicentouno giorni dopo le lacrime all’Allianz Arena, la Roma ha ritrovato il vero Spinazzola. Quello che ha coccolato per diciassette mesi aspettando il giorno in cui lo avrebbe rivisto galoppare sulla fascia senza paure, pensieri, ostacoli fisici. Come un anticiclone pronto a sprigionare tutte le sue proprietà: bloccare quel flusso avversario sulla fascia, per poi sprigionarsi nella fase offensiva. E come ogni ventata d’aria fresca, anzi, gelida, c’è chi è costretto a farne i conti e a coprirsi. Spinazzola contro il Salisburgo ha annullato la spinta austriaca sulla fascia sinistra, senza concedere occasioni ma restando perennemente una “Spina” nel fianco della difesa avversaria. Due assist in Europa, uno contro il Verona: decisivo per i tre punti in campionato e la qualificazione agli ottavi di Europa League.
Una nuova preparazione
Condizione atletica, intraprendenza, coraggio e tanta qualità. Leonardo ha sfoderato tutto il suo repertorio, ma soprattutto ha dato un grande segnale di rinascita. Un segnale, appunto, che dovrà essere confermato dalla sua bestia nera: la continuità. Di certo il lavoro che ha portato avanti durante il suo ultimo stop ha dato segnali incoraggianti al 29enne (ne compirà 30 tra un mese esatto) ma soprattutto a Mourinho. La lesione dello scorso novembre aveva rallentato ulteriormente la sua crescita, costringendolo a saltare una parte di preparazione durante il Mondiale e tornando quindi nel 2023 con una condizione precaria. In un certo senso lo stiramento rimediato durante il primo tempo della gara contro il Napoli lo ha aiutato a prendersi del tempo per rimettersi in sesto, fisicamente e mentalmente. Leonardo ha lavorato tanto nei venti giorni senza partite: non ha accelerato i tempi, ha migliorato il suo stato di forma portando avanti una vera e propria preparazione atletica. Come quella che ha messo in condizione la squadra in Portogallo, dove lui invece ha faticato a tenere il passo.
Lalin tra gambe e testa
Poi il lavoro sulla sua testa. La parte più importante. Ha messo alle spalle le sue insicurezze, le sue paure di non ritrovarsi, di non essere più all’altezza della situazione. Paura di non poter tornare quello di una volta dopo l’intervento delicato al tendine d’Achille. Quando nel post partita Mourinho ha elogiato il lavoro del suo staff, lo ha fatto anche per il recupero di Spinazzola. Atletico e mentale. E qui spicca un nome su tutti: quello di Carlos Lalin, il responsabile della riatletizzazione e un fedelissimo di Mourinho dai tempi del Real Madrid. A Trigoria lo definiscono un “mostro” per il lavoro che sta portando avanti nei recuperi dei calciatori, da Spinazzola a Dybala fino a Smalling, che sembra un giocatore totalmente nuovo e senza più infortuni muscolari. Insomma, un lavoro che sta facendo la differenza su Leo. Anche dal punto di vista mentale. Qui c’è anche l’impegno di Lalin e di tutto lo staff che gli ha consigliato di dimenticare il passato e di concentrarsi sul nuovo Leonardo, quello che deve cercare di capire di più il suo corpo, che dovrà gestirsi per evitare altri infortuni muscolari e pensare sempre positivo, proiettandosi verso nuovi obiettivi. Il primo è la Roma, il secondo la Nazionale. Con le sue qualità, con la sua esperienza e con quella continuità che adesso spera di trovare, Spinazzola vuole voltare definitivamente pagina e concentrarsi sul presente e il futuro.
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