Soldi prelevati in contanti, bonifici verso l’estero, una rendicontazione delle erogazioni considerata “difficile” e una “gestione contabile non trasparente” con “distrazioni di denaro per finalità estranee alla gestione dei progetti”. Il caso delle cooperative, gestite anche dalla moglie e dalla suocera del deputato Aboubakar Soumahoro (estraneo), oggi registra un primo punto fermo con il provvedimento del giudice per le indagini preliminari di Latina, Giuseppe Molfese, che ha interdetto i sei indagati per un anno e ordinato il sequestro di oltre 650mila euro. Per il giudice, che ha accolto la richiesta del pm Andrea De Angelis con il visto del procuratore capo di Latina Giuseppe De Falco, Marie Therese Mukamatsindo, e i figli Michel Rukundo e Liliane Murekatete, “hanno mostrato elevata spregiudicatezza criminale nell’attuare un programma delinquenziale, a gestione familiare, protratto nel tempo e rivestendo le qualifiche societarie documentate in atti”. Le indagini sono relative agli anni che vanno dal 2015 al 2019. A vario titolo agli indagati vengono contestati l’inserimento di costi inesistenti nelle dichiarazioni fiscali, fatture false per sostenere quei costi ed evadere le tasse e incassare anche finanziamenti pubblici per la gestione delle cooperative impegnate nel sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati.
Scrive il gip: “Grazie al fraudolento sistema contabile, operato con enti interposti, sostanzialmente dipendenti dalla Karibu, si è arrivati a portare in deduzione costi mai effettivamente sostenuti (relativi a prestazioni inesistenti) beneficiando di finanziamenti pubblici, distratti dalle finalità preposte (d’altra parte, le relazioni ispettive e le dichiarazioni testimoniali hanno documentato la scarsa qualità dei servizi erogati ai migranti nell’ambito dei progetti assegnati). Come correttamente prospettato dal pubblico ministero, le attuali cariche societarie ricoperte nella cooperativa Karibu e nel consorzio AID, non solo evidenziano il rischio di reiterazione di nuovi reati ma, altresì agevolano l’inquinamento probatorio di ulteriori elementi di indagine oggetto di possibile acquisizione”. Per questo è stato disposto il divieto divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno. “D’altra parte, le misure interdittive temporanee applicate per la durata massima di un anno, svolgeranno funzione preventiva, scongiurando non solo la prosecuzione delle condotte illecite nelle cariche societarie ad oggi ricoperte ma, altresì l’eventuale ulteriore attività mediante altri enti di nuova costituzione. Se infatti, indubbiamente Maria Terese Mukamitsindo ha svolto e svolge un ruolo centrale nella dinamica delittuosa, anche i figli Michel e Liliane hanno offerto consapevole e attiva partecipazione al meccanismo fraudolento prospettato”.
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