Incompreso, ricompreso. Per forza o per scelta è rimasto e il diritto al posto se l’è guadagnato dimostrando di meritarlo in allenamento così come impone Sarri ogni giorno. Luis Alberto s’è ripreso la Lazio durante la sosta Mondiale, dopo le delusioni provate da fine ottobre. Si allenava a più non posso, aspettava il mercato invernale. Tutti (anche a Formello) erano convinti che tra lui e Mau fosse finita, che la convivenza forzata non sarebbe stata più possibile. Sarri e Luis si sono parlati a fine dicembre, quando il Mago era stato allettato dall’idea di giocare nel Cadice pur di allontanarsi dal Comandante. Luis glielo disse chiaramente, c’era questa chance di mercato. Mau non lo fece prigioniero, a quel tempo era disposto a cederlo pur di preservare gli equilibri di spogliatoio. Ma non gli negò chance e lo mise di fronte alla realtà: Lotito non lo avrebbe mai fatto partire a zero né prestato. Il riferimento al chiarimento fatto da Luis a Cluj si ricollega a questo episodio: «È cambiato il rapporto, abbiamo avuto un confronto per il bene di entrambi. Io ci ho messo del mio e ora sto giocando di più. È vero che sto bene fisicamente».
La svolta
Da quell’incontro qualcosa è scattato nella testa di Luis. Il mercato non ha dato speranze, s’è messo l’anima in pace e come accaduto tante altre volte ha ritrovato motivazioni. Il Mago ha continuato ad essere tra i migliori in allenamento, ha saltato Lecce per infortunio. E’ stato rilanciato con l’Empoli e da allora è stato il centrocampista più impiegato da Sarri. Da gennaio il Mago ha giocato 840′. Più di Milinkovic (795′), più di Cataldi (760′) e di Vecino (478′) tanto per citare i big. Le indisposizioni dell’ultima settimana hanno costretto Sarri a puntarci a ripetizione, senza potergli concedere riposo. In generale nel 2023 è sempre stato titolare in campionato, sempre titolare in Coppa Italia (con Bologna e Juve), titolare anche in Conference. Ha giocato 90 minuti tranne che con l’Empoli (ma è uscito all’87′) e con la Fiorentina (fuori dopo 63′). «Si sta allenando come dico io», ha spiegato Sarri. E Luis in partita gli sta garantendo un doppio lavoro, di corsa e rincorsa, gioca con stile e con fisicità. Sia a Salerno e sia a Cluj s’è abbassato per aiutare la costruzione, s’è alzato fino a sconfinare dentro l’area. E’ il segno di uno stato di forma eccellente, di una predisposizione al sacrificio. Giovedì, dopo un inizio complicato per tutti, è salito in cattedra il Mago. Ha sfiorato il gol di testa. Ha sfornato corner di nuovo ficcanti. Ha lanciato Felipe producendo alcuni dei raid più pericolosi del secondo tempo.
Il futuro
Da Luis ci si può aspettare di tutto, si sa. Che si eclissi all’improvviso, che su Twitch dica “i video di Sarri fanno addormentare”, che dia lui la sveglia a tutti. Oggi come oggi è sintonizzato sulle frequenze di Mau, recita la sua parte dentro l’orchestra e non increspa le acque dentro lo spogliatoio. Questo Luis dà fiducia, molto aggiunge e nulla toglie ai ritmi sarriani. E’ diventato una rotella cruciale, il genio anarchico. Deve continuare ad esserlo. Lunedì si giocherà contro la Samp, venerdì a Napoli, poi si continuerà con la Conference (gli ottavi). Sarri sta spremendo Luis e Vecino, deve farli rifiatare, ma quando? Dipende dal rientro di Milinkovic e si chiede un contributo più decisivo a Basic altrimenti le rotazioni saranno sempre limitate. Ma un Luis così è difficile da fermare.
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