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Tammy si carica: “Voglio superare il primo Abraham”

INVIATO AD ALBUFEIRA – Tammy Abraham è tornato a segnare, a essere felice in campo, e assicura di essersi lasciato alle spalle il periodo negativo. Il centravanti nel ritiro in Portogallo sembra aver ritrovato lo smalto della passata stagione, non solo per il gol segnato contro l’RKC Waalwijk, ma anche per il suo atteggiamento sempre propositivo in partita e una condizione atletica sicuramente all’altezza. E Mourinho non può che essere soddisfatto, tanto che nell’ultima amichevole lo ha tenuto in campo per tutti e novanta i minuti. Lui ha segnato, ha aiutato la squadra e probabilmente si è scrollato di dosso un periodo non positivo ritrovando la fiducia che negli ultimi mesi aveva perso: «Assolutamente, adesso mi sento in fiducia e sono pronto a ricominciare. Sia io sia la squadra siamo contenti quando facciamo gol, quando vinciamo. Poi, lo sapete, per me è sempre un grande piacere segnare per questo club che per me è davvero molto importante. Il risultato dell’ultima amichevole ci dà fiducia in vista della ripresa della stagione e non vediamo l’ora di cominciare per cercare di raggiungere il nostro obiettivo, il quarto posto. Faremo del nostro meglio per farcela».

Ma cosa è successo all’Abraham della passata stagione, quello che ha realizzato ventisette gol al suo primo anno lontano dall’Inghilterra?

«Capita a me ma anche a tanti altri calciatori di attraversare degli alti e bassi nel corso della stagione ma anche della propria carriera. La scorsa stagione tutto è andato per il verso giusto, quest’anno ho avuto una partenza un po’ a rilento, non sono stato sempre all’altezza delle prestazioni ma adesso ho davvero tanta voglia di rifarmi. Sono convinto che questi momenti negativi alla lunga mi renderanno più forte».

Abraham calcia la punizione alle stelle: Cristante lo prende in giro

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Prima la rincorsa al Mondiale, poi la delusione per l’esclusione dai convocati della nazionale inglese hanno inciso in questa prima parte di stagione non proprio esaltante?

«Non saprei, e non direi che sia stata una grande delusione. Chiaramente non sono rimasto contento dell’esclusione, anzi, sono rimasto un po’ deluso dalla decisione del ct Southgate. Tuttavia penso che sono delle delusioni che ti rendono più forte e che ti lasciano quella voglia di fare sempre di più, di spingere sull’acceleratore e dare il massimo per riscattarsi. La mia carriera è stata sempre caratterizzata dalla voglia di fare sempre di più. È questo che mi motiva quando penso all’esclusione dal Mondiale. Poi sono giovane, sono sicuro che avrò il tempo per disputare un Mondiale».

Adesso la Roma, e lei riparte dal gol in amichevole. Si trova meglio con il 4-2-3-1 oppure con un attaccante vicino, come è stato con Zaniolo in diverse partite stagionali?

«Diciamo che sono abituato a giocare in ruoli diversi e con naturalmente diversi sistemi di gioco diversi. Sta poi al tecnico decidere come farci giocare, io mi limito a fare il mio».

Abraham, incredibile traversa prima di Roma-RKC Waalwijk

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Abraham, incredibile traversa prima di Roma-RKC Waalwijk

Adesso però servono le reti: si accontenterebbe di realizzarne venti in questa stagione?

«No (sorride, ndr). Io sono uno che non si accontenta mai, vuole sempre migliorare il risultato precedente. Quest’anno se riuscissi ad avvicinarmi ai 27 gol della passata stagione sarei contento, poi cerco sempre di alzare il più possibile l’asticella: quindi voglio raggiungere almeno i ventisette gol, ma se possibile voglio fare anche meglio».

Mourinho nei post partita ci va giù pesante con lei, sicuramente per spronarla a fare meglio. Sia quando segna, sia quando la prestazione è sotto tono.

«Esatto. Mourinho per me è un punto di riferimento, io lo considero come il mio zio a Roma. Io sono convinto che lui voglia sempre il meglio per me ed è per questo che mi sprona in ogni modo soprattutto quando non mi esprimo al meglio. Se gioco male, lui non resta in silenzio ma me lo dice in faccia. E se gioco bene comunque non si accontenta mai, ed è proprio questo che voglio. Perché ciò di cui ho bisogno è un tecnico che non si accontenta mai, che continua a spronarmi: non ho bisogno di pacche sulla spalla ma della fiducia che mi dimostra sempre, anche nei momenti più difficili».

Il suo “zio” di Roma adesso è tanto richiesto dalla federazione portoghese per allenare la nazionale. Ha paura di perderlo?

«José è un grande allenatore, tutti lo vogliono. È anche un onore che una nazionale importante come quella portoghese lo cerchi, ma sono sicuro che il mister sia concentrato sulla squadra. Cerca sempre di migliorarci. Abbiamo letto la notizia, ma non ne abbiamo discusso. Siamo tutti concentrati sulla ripresa della stagione, compreso Mourinho».

Abraham: “Adesso voglio segnare tanto per centrare la Champions”

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