Di fronte ai microfoni di Serena Bortone, Romina Carrisi ha scelto di aprire il suo cuore e di raccontare uno dei momenti più tristi che ricorda ancora oggi.
Negli studi di Oggi è un altro giorno, Serena Bortone ha avuto la possibilità di intervistare anche lei, Romina Carrisi la figlia di Romina Power e Albano. È stata proprio questa l’occasione per la figlia d’arte di lasciare tutti senza parole con un racconto che ancora oggi provoca molto dolore.
La donna, facendo un salto nel passato, ha portato alla luce tutto ciò che è accaduto diversi anni prima con una persona a lei molto cara. Ma che cosa è successo?
Il dramma di Romina Carrisi
Di fronte a Serena Bortone quindi Romina Carrisi ha scelto di tirar fuori dal cassetto dei ricordi ciò che accade diversi anni prima ad una persona a cui vuole molto bene, nonno Carmelo Carrisi.
Il suo racconto inizia col condividere ciò che l’uomo ha dovuto sopportare in passato in quanto egli è stato prigioniero sia in Germania che in Albania. Nel raccontare questo episodio la Carrisi ha avuto anche un piccolo lapsus definendo Corrado Carrisi come suo padre e non suo nonno: ” “Mio padre (nonno ndr) è stato prigioniero in Albania e mi raccontava che si mordeva la guancia con i denti così sputava sangue ed andava in infermeria dove lo facevano mangiare.”
E questo è ciò che accade in occasione della Seconda Guerra Mondiale momento in cui il nonno Carmelo si trovò a fare i conti con quella difficile situazione.
Come leggiamo su lanostratv.it, la Carrisi continua ricordando il nonno e su quel periodo terribile che si è trovato a vivere “Mio nonno un giorno rubò delle scorze di patate per poterle mangiare ma fu beccato dai tedeschi e rinchiuso in una cella dove venne picchiato a sangue. Lui credeva di morire lì.”
Romina Carrisi e il dolore per la scomparsa della sorella
Di fronte ai microfoni di Serena Bortone Romina Carrisi ha affrontato anche un altro argomento, quello della scomparsa della sorella Ylenia.
È stata lei stessa infatti a rivelare “Per anni Ylenia è stata una sorta di tabù, ma è giusto che se ne parli, aiuta noi e onora il suo ricordo. Ultimamente ne stiamo parlando molto di più. Per anni è stato un macigno nel cuore e anche nelle nostre menti”