
Giovedì 17 novembre 2022 alle ore 21 nuovo appuntamento con la prosa al teatro dell’Unione di Viterbo: in scena Anna Foglietta e Paola Minaccioni nello spettacolo “L’attesa”, di Remo Binosi, regia di Michela Cescon. Un racconto sui corpi femminili, sul desiderio, sulla maternità, sull’amicizia, sull’amore, sul piacere, la lealtà, e sulle differenze di classe.
Spiega Anna Foglietta: “La storia racconta di queste due donne (la nobildonna Cornelia e la sua serva, Rosa) che si trovano a dover vivere la propria gravidanza in uno stato di reclusione perché entrambe sono state abusate. Il personaggio di Cornelia, da me interpretato, è una donna molto nobile, rimasta incinta dopo aver subito una violenza fisica. La sua famiglia decide quindi di recluderla all’interno di una casa di campagna senza concederle nemmeno il conforto di una presenza. A seguito delle sue richieste le viene concessa la vicinanza di una serva: ne nascerà così una relazione non soltanto di amicizia ma anche fisica, emotiva, sentimentale che vedrà il susseguirsi dei mesi con la vicinanza dell’una con l’altra. È un testo che parla di donne, di femminilità, di umanità e del senso profondo dello stare al mondo. Lo definisco un testo esistenzialista, soprattutto il personaggio di Cornelia al quale è affidato il compito di portare avanti un pensiero soprattutto rispetto al senso dell’esistenza. Ha senz’altro una forma di nichilismo che però viene tradita dalla sua giovane età, mentre il personaggio di Rosa è più concreto e distilla all’interno dello spettacolo perle di saggezza legate al suo essere pragmatico. Due donne agli antipodi che però si compenetrano perfettamente. Il tema fondamentale all’interno di questo spettacolo è legato all’esistere e allo stare al mondo declinato da due donne (ma potrebbe essere declinato al maschile senza problemi). Il senso profondo di questo testo è proprio che non ha genere nonostante la figura della donna venga toccata con estrema precisione, ed è anzi ciò che alla fine secondo me verrà più evidenziato e che interesserà di più allo spettatore: cogliere la libertà di cui le donne sono veramente capaci, oltre alla grande generosità e trasversalità che queste possono avere quando si tratta di entrare in contatto con la propria natura e la propria esistenza ed essenza”.
Scrive nelle note di regìa Michela Cescon: “I personaggi sono empatici, emozionanti, veri e si prova per Rosa e Cornelia grande simpatia: soffri con loro, le ami con dolcezza, le adori, partecipi prima con una, poi con un’altra, poi con tutte e due… e alla fine non ti sorprendi di pensare che forse potrebbero essere la stessa persona”.