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Viterbo, caccia al prezioso litio anche nella zona di Ferento

La Tuscia possibile miniera di quell’oro bianco – il litio – negli ultimi anni diventato assai ricercato perché viene utilizzato per le batterie dei dispositivi mobili (smartphone, tablet, pc portatili) e dei veicoli ecologici (auto elettriche, monopattini e biciclette a pedalata assistita). Chi trova questo minerale, insomma, trova un tesoro e fa la propria fortuna. Il sottosuolo della provincia di Viterbo, ovvero di alcune aree di origine vulcanica, ne sarebbe particolarmente ricco. 

Dopo il via libera della Regione alle indagini a Nepi, in un’area di 7 chilometri a Est della sponda orientale del lago di Bracciano che comprende una striscia di terre al confine con Campagnano, è infatti arrivato dalla stessa Regione Lazio anche il nulla osta alla richiesta per sondaggi da eseguire in zona Ferento, nel comune capoluogo. Entrambe le istanze sono state presentate dalla società italo-australiana Energia Minerals.

La Regione dà il via libera alla ricerca di litio

La Regione dà il via libera alla ricerca di litio


Per quanto concerne il progetto di Nepi, denominato in realtà Progetto Campagnano, l’azienda aveva depositato domanda ad inizio anno. L’area attenzionata è di 1.213 ettari, localizzati come detto proprio al confine tra Campagnano di Roma e Nepi, pur formalmente ricadenti nel territorio di quest’ultimo. L’indagine approvata dalla Regione costituisce la prima fase progettuale, al momento conoscitiva, di un’iniziativa più ampia che vedrà impegnati sul posto alcuni geologi per i prossimi due anni. Il permesso esclude l’impiego di qualsiasi “tecnica di esplorazione invasiva” e, in caso di successo dei primi lavori, la seconda fase di ricerca si avvarrà dell’utilizzo del Lidar. Acronimo (light detection and ranging), quest’ultimo, che identifica una tecnologia che misura la distanza da un oggetto illuminandolo con una luce laser, restituendo contemporaneamente informazioni tridimensionali ad alta risoluzione sull’ambiente circostante. 

“I risultati di questo rilievo – scrive l’amministrazione regionale nella risposta inviata alla Energia Minerals – dovrebbero permettere la definizione di strutture geologiche quali possibili sistemi di raccolta e conduzione di fluidi geotermici che, sulla base dei dati analizzati nella fase iniziale di questo programma, potrebbero contenere litio a tenori di interesse economico”. 

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