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Viterbo, la storia. Il padrone è morto ma la gatta Briciola lo aspetta tutti i giorni a Fabrica di Roma

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Massimiliano Conti

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Lei si chiama Briciola e dal 23 maggio scorso ogni giorno sosta per ore davanti al cancello di una casa, a Fabrica di Roma. 

Aspetta che torni “nonno” Enrico. Lui – un anziano che viveva da solo con una pensione di 600 euro al mese e che l’ha sfamata e accudita per anni insieme agli altri numerosi appartenenti a una colonia felina – però non tornerà più. E’ morto lo stesso giorno nella casa di cura di Nepi, al termine di una breve malattia che non gli ha lasciato scampo.

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E’ una storia struggente, dalle tinte quasi neorealiste alla Umberto D. quella narrata da Gloria Cossio di Codroipo, una volontaria animalista di Civita Castellana che si è presa cura per tre anni dei gatti e dell’anziano e che oggi, a distanza di diversi mesi, si commuove ancora nel ricordarlo. Nel film di Vittorio De Sica, accanto all’anziano, c’era l’inseparabile cane Flaik, qui la protagonista è invece una gatta dal bellissimo manto rosso e nero. Briciola appunto. 

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“La sua storia è incredibile, meriterebbe un libro – racconta Gloria Cossio –. Tre anni fa mi contattò un’amica volontaria, dicendomi che c’era questo signore di Fabrica che aveva tanti gatti, alcuni dei quali continuavano a partorire cuccioli. Sono andata lì e mi sono presa a cuore loro e anche lui. Poverino, era stato abbandonato da tutti, anche dai familiari, che non vedeva da vent’anni. Lo chiamavo nonnino, nonostante non fosse poi così vecchio. Ho iniziato a portare il cibo per gli animali e spesso anche per lui, tutto quello che nel mio piccolo potevo permettermi. Ma soprattutto gli facevo compagnia. Ho fatto sterilizzare i gatti, tra cui anche Briciola, la sua preferita, l’unica a cui permetteva qualunque cosa, anche di rubargli il prosciutto sul tavolo”. 

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