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Viterbo, omicidio Salvatore Bramucci. Un agguato pianificato nel bar dove lavora la cognata della vittima

Un bar nella zona di Tor di Nona a Roma e quattro amici, alcuni con il profilo criminale, che pianificano l’omicidio che fa rumore perché la vittima, Salvatore Bramucci, aveva una certa fama nell’ambiente, non a caso stava finendo di scontare una pena a 3 anni e 4 mesi patteggiata per una storia di usura ed estorsioni. Il movente dell’omicidio – ormai gli investigatori sembrano aver imboccato questa pista – va ricercato nella cerchia di amicizie di Sabrina Bacchio, 48 anni, originaria di Soriano nel Cimino e residente da tempo a Roma. Sorella della moglie di Bramucci con il quale in passato, nel 2013, aveva avuto dei dissapori legati a una denuncia di furto che il 58enne assassinato il 7 agosto aveva presentato dopo che gli erano spariti gioielli e preziosi del valore di 50 mila euro che custodiva in casa.

La pista del regolamento di conti in famiglia

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Proprio nel bar dove lavora Sabrina Bacchio si incontravano i protagonisti dell’indagine: i due presunti sicari in carcere, Tonino Bacchi e Lucio La Pietra, il compagno della donna Dan Costantin Pomirleanu, 32 anni. Nelle carte dell’inchiesta compare anche il nome di un altro membro della comitiva, Alessio Pizzuti. Viene chiamato da Bacci sia il 4 agosto – giorno del sopralluogo a Soriano per preparare l’agguato – che il 7 quando avviene l’omicidio. Ma l’uomo non risponde mai alle telefonate ed è forse per questo che, per il momento, su di lui non sono emersi elementi che lo inchiodano insieme al commando quella mattina.

Tony Bacci voleva fuggire in Germania

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Il gruppo si frequentava. Al bar, ma anche a cena fuori. E’ quanto sarebbe emerso da alcune testimonianze che sarebbero state raccolte dai carabinieri.

Sul movente tuttavia si continua a scavare. Alcuni degli indagati hanno dei precedenti anche per rapina, tuttavia arrivare a pianificare un omicidio di un esponente come Bramucci con modalità che hanno fatto credere all’azione di clan camorristici non è una stupidaggine.

Da quello che è emerso finora nessuna delle persone finite nel mirino degli investigatori aveva dei debiti con Bramucci. Fin da mercoledì, quando si sono resi noti gli arresti, è stato specificato che non c’erano rapporti diretti tra il 58enne ucciso e il gruppo di fuoco. Tuttavia il gruppo del bar potrebbe essere entrato in qualche modo in contatto e poi in conflitto con gli affari del 58enne che pochi giorni dopo il 7 agosto sarebbe tornato libero.

Le telefonate che inchiodano i presunti sicari

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