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“I due cugini conobbero gli imputati la sera prima della loro morte”. A riferirlo in aula ieri l’ex comandante del nucleo operativo radiomobile di Ronciglione che prese parte alle indagini relative al decesso di Fausto e Adriano Fortuna, di 37 e 42 anni, rispettivamente idraulico e agente penitenziario, originari di Barbarano Romano, i quali dopo aver assunto la sostanza stupefacente morirono a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro.
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Sul banco degli imputati, un 44enne e una 37enne, entrambi residenti in un piccolo centro della provincia, accusati di aver ceduto due dosi letali di eroina ai due cugini i corpi ormai senza vita furono rinvenuti dai famigliari la mattina del 28 giugno del 2014. Contro i due accusati, assistiti dall’avvocato Emilio Lopoi, si costituirono parti civili i parenti, assistiti dagli avvocati Michele Ranucci e Paolo Pirani. “Io mi occupai di analizzare i tabulati telefonici e i filmati tratti dalle telecamere di videosorveglianza che furono acquisiti nel corso delle investigazioni – ha spiegato il militare-. La sera del 27 giugno di 8 anni fa, intorno alle 21.00, Fausto e Adriano Fortuna erano a cena in un agriturismo a Blera e si scambiarono i numeri di cellulare con il cuoco e la figlia del proprietario che all’epoca erano una coppia. Verso le 22.30 il cuoco e la compagna si diressero verso Roma e rintracciammo una telefonata tra l’imputata e una persona che non risiede più in Italia”.
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“Alle 00.50 – ha continuato – Adriano Fortuna mandò un messaggio alla donna, alla quale chiedeva: ‘che si dice zio?’. A sua volta lei rispose 3 minuti dopo dicendo ‘tutto ok’ e Adriano inoltrò un ulteriore messaggio dicendo: ‘ok fammi sapere’. In nottata Fausto invece si recò in un bar e attorno all’1.42 le telecamere lo ripresero mentre parlava con alcune persone e poi al telefono. All’1.57 la donna contattò Adriano e subito dopo ci fu una telefonata di pochi secondi tra i due cugini. Verso le 2.50 la macchina di Fausto imboccò la strada provinciale Barbaranese che porta a Blera, ma dalle immagini non fu possibile stabilire chi era a bordo dell’auto. Tuttavia da quanto emerse dai dati estrapolati è possibile stabilire che l’imputata e Adriano Fontana si incontrarono all’incirca intorno alle 1.57 in quanto le utenze occuparono due celle vicinissime tra Barbarano e Caprarola. Nel paese presso il quale viveva la donna allora non c’erano telecamere”.
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Il dibattimento ormai arrivato agli sgoccioli proseguirà il 22 dicembre con l’udienza che sarà riservata alla discussione, al termine della quale è attesa la sentenza.