Carceri e assistenza negata. Infermieri e OSS delle Carceri: manca il 50% del personale. Professionisti al collasso e detenuti senza cure.
Carissimo Direttore,
da tempo mi sto ponendo una domanda: ma le Carceri italiane sono considerate “Ambito Territoriale” o isola assistenziale assestante? Mi chiamo Riccardo e lavoro in regime di libera professione da circa 10 anni in un noto carcere del Sud d’Italia. So che quello che andrò a dire potrebbe significarmi la perdita della convenzione, ma sono anche dell’avviso che va detto.
Ho la passione per le statistiche, per la ricerca e per la formazione e mi definisco forte conoscitore delle problematiche interne che riguardano sia i lavoratori, sia i detenuti.
Da una mia indagine, condotta tra Sud, Centro e Nord Italia (compreso le isole maggiori), sono riuscito a verificare che manca il 50% di personale tra Infermieri e OSS.
Faccio un esempio: nella mia struttura vi sono in servizio 6 Infermieri per circa 650 detenuti reali (il 50% in più rispetto alla capienza reale). Ne servirebbero almeno 10 per coprire tutti i turni, le malattie, i permessi e i congedi straordinari. Gli OSS che lavorano nel mio carcere erano 8 fino a qualche mese fa (con l’apporto della Protezione Civile durante l’emergenza Covid), ora ne sono rimasti 4, che non riescono a coprire tutti i turni.
Per poter garantire l’assistenza infermieristica e di base servono mediamente:
- turno mattutino > 6 Infermieri e 4 OSS;
- turno pomeridiano > 3 Infermieri e 2 OSS;
- turno di notte > 1 Infermiere e 1 OSS.
Nella realtà ci sono esattamente la metà degli operatori.
Il mio Coordinatore Infermieristico ha più volte chiesto all’Azienda Sanitaria competente il potenziamento del personale, ma gli è stato sempre risposto che quello in organico è quello necessario per garantire l’assistenza alle 350 unità letto del carcere. Peccato che i detenuti siano 600 o poco più e che in carcere le chiamate in Infermeria sono decuplicate rispetto ad una realtà cittadina.
Insomma, serve personale, ma l’ASL dice che c’è e fa finta di nulla. Peccato che abbiamo un 30% di colleghi assenti dal lavoro per malattia o permessi vari. Molti di molto, se non tutti (compreso chi scrive), è spesso in burnout e continuano a non lavorare al 100% delle loro possibilità.
Da dati ufficiosi che oggi presento per la prima volta ad AssoCareNews.it, poi, è emerso che il detenuto tipico è affetto da:
- disturbi psichiatrici/tossicodipendenti;
- cardiopatie;
- diabete;
- problematiche neurologiche;
- altre patologie.
E chi pensa alle patologie da stress dei lavoratori? E chi pensa alla salute di noi Infermieri e degli amici OSS che oramai non ce la fanno più ad andare avanti?
La Costituzione Italiana all’art. 32 dice una cosa sacrosanta: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge“.
Sicuro che per i Detenuti sia veramente così? A mio avviso in Italia ci sono pazienti di serie B (i carcerati) e pazienti di serie A (tutti gli altri), come pure vi sono professionisti importanti e professionisti meno importanti. Ma questa è un’altra storia.
Grazie e dateci spazio.
Riccardo D., Infermiere delle carceri
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