Illustrato il lungo progetto di recupero di piante secolari per cui l’ente ha creato una filiera di collaborazioni di qualità. Da domani la raccolta delle olive del Mandrione
di Cristiana Vallarino
Non tutti sanno che a Civitavecchia esistono tanti, antichi olivi. Questo perchè le piante secolari fino a poco tempo fa erano avvolte dai rovi e dalla macchia. Ora, grazie all’Università Agraria, i 60 ettari del Mandrione (un’area tra Campo dell’Oro e il Marangone) sono stati bonificati mostrando degli alberi rigogliosi e alcuni davvero enormi. Sono quelli da cui sarà, nei prossimi giorni, estratto un olio extravergine di ottima qualità, che si potrà fregiare del marchio IGP ROMA.
Si chiama “Olio di Traiano”, avrà l’effigie dell’imperatore sull’etichetta, ed è stato presentato ieri, alla presenza di stampa e varie autorità, nell’azienda agricola “Gattopuzzo” di Stefano De Paolis, delegato dell’UA. “Un progetto durato quattro anni – ha detto – che manifesta l’intento chiaro ed importante di procedere sulla strada dello sviluppo del territorio e di tutta la città di Civitavecchia”.
“Da soli non si fa nulla – ha ricordato Damiria Delmirani, presidente dell’Università Agraria di Civitavecchia – se i risultati si raggiungono è perché c’è la collaborazione di tutti. Ringrazio, di tutto, proprio Stefano De Paolis, persona di grandi relazioni, motore di questa e di altre iniziative che hanno visto e vedranno protagonista l’Ente. Il primo grande risultato è stato ottenere l’IGP Roma per l’olio di Traiano, il nostro olio. Siamo stati in grado di mettere in linea una filiera di soggetti estremamente qualificati che ci aiuteranno a produrre un alimento di grande pregio, in maniera rispettosa dell’ambiente e con tecnologie innovative, valorizzando i beni della collettività e le risorse a nostra disposizione”.
Il consigliere del Lazio Marietta Tidei (IV) ha spiegato come la Regione sostenga l’agricoltura considerata economia, sviluppo e ambiente coniugando i tre fattori, in abbinata con la necessità di occupazione. “Il Lazio è una terra ricca di opportunità e noi come Regione siamo molto vicini agli agricoltori – ha detto -. Le misure che stiamo adottando diventeranno strutturali. Oggi sapere che in agricoltura c’è una coscienza ambientale, in un momento in cui l’innovazione è una sfida a favore della transizione ecologica, questo fa molto piacere, è fondamentale perché ci spinge a fare ancora meglio il nostro dovere”.
Pietro Tidei, sindaco di Santa Marinella intervenuto quale presidente del Consorzio per l’Osservatorio Ambientale (ma anche come olivicoltore ha voluto dire la sua), ha sottolineato la necessità di sviluppare le risorse ambientali del territorio per contrastare gli assalti alla salute pubblica che, specialmente in questo periodo, vengono giustificati dalle ragioni contingenti. Chiaro riferimento al ritorno del carbone nelle centrali, senza dimenticare, come evidenziato da Alessio Gismondi, presidente Cna Civitavecchia Viterbo, “i fumi delle navi in porto”. “Dobbiamo pretendere una cultura ambientalista – ha detto Tidei – e come Osservatorio dovremmo proporre all’Enel misure e investimenti sulla riambientalizzazione per restituire alla città quello che viene tolto, incrementando anche le attività agricole”.
“Mi auguro che l’attività dell’Università Agraria di Civitavecchia possa andare sempre più avanti – ha detto Gabriella Sarracco, presidente della Fondazione CaRiCiv, molto interessata e incuriosita dalla scoperta dell’antico oliveto – migliorando l’agricoltura perché ne abbiamo un bisogno estremo, è la porta d’ingresso verso un ambiente più sostenibile e un mezzo per molti di trovare un’occupazione”.
Secondo Ernesto Tedesco, sindaco di Civitavecchia, è eccezionalmente positivo il fatto che molti giovani siano presenti in questo progetto. “Quando uno mette il cuore nelle cose lo fa partecipando dal punto di vista emotivo. Va ringraziato Stefano De Paolis perché ci ha dimostrato sul campo cosa significa impegnarsi sul territorio, per favorire nello stesso tempo l’economia, l’ambiente e lo sviluppo”.
Davvero interessanti gli interventi degli agronomi coinvolti nell’avventura da De Roberto Fagioli e Angelo Murri di Op Latium/Coldiretti, con il giovane Marvin Popoj dell’azienda agricola “Divenire” di Bolsena che materialmente si occuperà della raccolta. A loro il compito di raccontare del percorso, lungo ed articolato, per arrivare a questo progetto, illustrare le piante che hanno tutte le caratteristiche richieste dal disciplinare per l’IGP, rassicurato sulla massima sostenibilità ambientale di tutto il processo. Popoj ha spiegato che vista la particolare conformazione sia delle piante che del terreno, piuttosto accidentato, per cogliere le olive si userà un abbattitore di ultima generazione, piuttosto costoso, che scuote la pianta senza stress.
L’oliveto del Mandrione – che arriva al demanio civico nel 1928 a seguito della transazione Guglielmi – ha una disposizione irregolare degli alberi con una densità media di 120/130 piante per ettaro, costituito per lo più da olivastri, cultiva locali rustiche e vigorose, l’età media è superiore ai 100 anni e lo sviluppo diametrico dei fusti dipende dalle scarse risorse del terreno su cui crescono.
La raccolta delle olive comincerà domani, lunedì, per arrivare al frantoio dove devono essere lavorate in pochissimo tempo, in condizioni di massima pulizia e a temperature controllate. La famosa “spremitura a freddo”, infatti, significa non solo che le olive non devono essere scaldate, cosa che faciliterebbe l’estrazione dell’olio compromettendone però la qualità, ma non devono neanche surriscaldarsi durante il processo di lavorazione. A garantire tutto questo sarà un altro partner del progetto, il frantoio Olitar di Tarquinia, diretto da Alessandro Scibilia.
Da lì usciranno tra qualche settimana le bottiglie di ottimo olio Evo che saranno – ha anticipato De Paolis -, più avanti, presentate al teatro Traiano e anche all’Autorità Portuale.
Pubblicato domenica, 2 Ottobre 2022 @ 11:58:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA