Sono passati cinque mesi, eppure luglio appare sempre più lontano. Cinque mesi tra la parata Pride, con oltre duemila persone, e l’aggressione a una ragazza trans all’interno di una lavanderia self service, avvenuta sabato pomeriggio alle 17. Sono passati tre giorni dalle minacce prima, gli insulti e l’aggressione fisica poi.
Laziopride, percorso a ostacoli
Da sabato nessuno ha testimoniato solidarietà o rabbia per quanto accaduto in pieno centro. Tutte reazioni presenti, è giustamente, ad ogni fatto di violenza. In questo caso non è successo nulla. E forse è anche per questa assenza di solidarietà che la vittima, sentendosi comunque sola, ha scelto di non denunciare: per paura di finire sotto ai riflettori in questo momento particolare della sua vita. “E’arrivata l’ambulanza – racconta Emanuela Dei del movimento Lgbt della Tuscia – la ragazza è stata trasportata in ospedale dove è stata medicata.
Rapinò trans dopo incontro. Confermata la condanna
Poi ha chiamato un taxi ed è tornata a casa. E’ nel mezzo della transizione – spiega Dei – non vuole denunciare, non vuole far nulla”.
ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DI MARTEDI’ 20 DICEMBRE (Edicola digitale)
Trans aggredita e picchiata in una lavanderia self service