«Non chiamatela gen-Z, ma gen-C, ovvero generazione-Creatività. Perché è proprio la creatività l’ingrediente che nella vita dei bambini e giovani d’oggi non può assolutamente mancare». A proporre il nuovo acronimo è il dottor Olivier Revol, psichiatra infantile, primario di psicopatologia pediatrica, presso l’Hospices Civils de Lyon, in Francia, durante i lavori d’apertura del decimo Congresso Internazionale CEDH (Centre d’Enseignement et de Développement de l’Homéopathie), in corso a Roma dal 21 al 22 ottobre.
La gen-C
Il dottor Revol ha fotografato le abitudini degli adolescenti e soprattutto le differenze con le generazioni che li hanno preceduti. «È solo comprendendo i nuovi codici con cui i giovani d’oggi comunicano che è possibile curarli in modo efficace – assicura lo psichiatra infantile -. Non possiamo pensare di alleviare le loro sofferenze con gli stessi metodi utilizzati cinquant’anni fa».
Il Congresso Internazionale CEDH
E non è un caso, dunque, se proprio l’adolescenza, con le sue mutate esigenze, è uno dei temi al centro del Congresso CEDH. L’evento internazionale coinvolge oltre 500 professionisti della salute, provenienti da 22 paesi, tra cui Stati Uniti, Colombia, Spagna, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Tunisia, Belgio e Italia. «La conferenza affronta numerosi temi – commenta Martine Tassone, direttore medico e didattico CEDH -, tra cui i nuovi codici per la cura dei bambini e adolescenti del XXI secolo, l’oncologia pediatrica, i disturbi ginecologici, le fobie scolari, la sindrome dermo-respiratoria e molti altri».
Gli effetti collaterali del Covid-19
Durante queste due giornate ampio spazio sarà dedicato anche all’impatto che la pandemia da Covid-19 ha avuto sulla salute dei bambini. «L’emergenza sanitaria globale che abbiamo vissuto in questi ultimi due anni non ha creato nuovi disagi e disturbi piscologici tra bambini e adolescenti, ma ha fatto emergere quelli già preesistenti – racconta Revol -. Prima che il Covid-19 ci costringesse a rinchiuderci nelle nostre case, infatti, i giovani avevano trovato delle attività, ludiche o sportive, dei diversivi, su cui scaricare eventuali frustrazioni». I casi di depressione nel mondo sono più che raddoppiati, passando da quasi il 13% ad oltre il 25. È duplicato pure il numero di persone che ha richiesto una prima visita per il trattamento di disturbi del comportamento alimentare. Ancora, sono aumentati i tentativi di suicidio e gli atti di autolesionismo.
L’omeopatia per il trattamento del disagio psicologico
Ed è proprio per invertire questa rotta che gli esperti del CEDH hanno illustrato i contributi dell’omeopatia per il trattamento del disagio psicologico dell’adolescenza. Chi soffre di post-Covid o long-Covid ha spesso disturbi del sonno. «Che si tratti di difficoltà ad addormentarsi, oppure di risvegli nel cuore della notte o troppo presto al mattino, l’omeopatia offre risposte concrete – spiega la dottoressa Olfa Harzallah, medico di medicina generale, omeopata a Monstir in Tunisia -. Tuttavia, è doveroso sottolineare che per poter prescrivere una terapia omeopatica completa è necessario conoscere ogni dettaglio, sia della storia clinica del paziente che del singolo disturbo da trattare. Per fare un esempio, per curare un paziente che abbia frequenti risvegli notturni è necessario conoscere gli orari in cui questi si verificano, gli stati d’animo che ne scaturiscono e analizzare anche l’accaduto delle ore precedenti».
Giovani a rischio dipendenze
Sono numerose le soluzioni omeopatiche anche per i comportamenti a rischio dipendenze che possono verificarsi tra i giovani. «Se i disturbi che si presentano durante l’infanzia o in adolescenza non vengono trattati in modo precoce, questi individui rischiano di diventare degli adulti non realizzati – avverte Merril Galera, medico di medicina generale, omeopata di Oakbrooke negli USA -. Grazie all’omeopatia è possibile trattare comportamenti impulsivi, ossessivi, perfezionismo, iperattività, ipersessualità e tanti altri disturbi e disagi che spesso emergono in giovane età. E non solo. L’omeopatia ci offre anche rimedi immediati, come ad esempio quelli da utilizzare per lenire gli effetti negativi di una sbornia», aggiunge Galera.
L’importanza delle evidenze scientifiche
Accanto ai simposi e alle relazioni plenarie su tematiche di salute di stretta attualità, una forte rilevanza viene data anche alla ricerca in omeopatia. «C’è chi la ama e chi la odia: per questo l’omeopatia può apparire controversa e generare accesi dibattiti – dice Rachel Roberts dell’Homeopathy Research Institute (HRI) di Londra -. Chi l’attacca spesso sostiene che non esistono studi scientifici per dimostrarne il meccanismo d’azione e che, tutt’al più, le si può attribuire un effetto placebo. Eppure, esistono dati significativi a sostegno di prove scientifiche. La ricerca in omeopatia è un campo relativamente nuovo, che si avvale di metodi scientifici rigorosi. Si tratta di un campo in piena ascesa che suscita grande interesse».
Il CEDH
Ad animare il CEDH ci sono oltre 150 formatori in tutto il mondo: «Fondata nel 1972, la scuola ha l’obiettivo di trasmettere ai professionisti della salute le conoscenze e gli strumenti necessari per la pratica quotidiana dell’omeopatia – dice la dottoressa Martine Tassone -. Oggi siamo presenti in 28 paesi, compreso l’Italia, Paese in cui siamo approdati nel 2014; il CEDH rappresenta il maggiore centro di formazione in omeopatia del mondo. Da 50 anni, i 162 medici docenti del CEDH hanno formato circa 45 mila professionisti della salute». Nel mondo, più di 200 mila professionisti della salute e 300 milioni di persone ricorrono all’omeopatia, di cui 10 milioni solo in Italia. «Ora – conclude Tassone -, l’ambizione del CEDH è consentire a tutti i professionisti della salute di integrare l’omeopatia nella loro pratica quotidiana».
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